Vincono i comitati, chiusa la discarica
NAPOLI. La discarica di Chiaiano in stand by. Prove tecniche di chiusura? O soltanto uno stop imposto dalle due inchieste che riguardano lo sversatoio? Al momento c'è una sola comunicazione ufficiale, che arriva dal direttore tecnico della Sapna, Giovanni Perillo. Il manager dell'azienda provinciale per i rifiuti ha infatti detto che «la decisione è stata presa per effettuare una serie approfondimenti tecnici nell'invaso», e la scelta, insomma, è quella di bloccare i conferimenti presso l'ex Poligono. Ma a quanto pare, tra indiscrezioni e mezze verità, il sito potrebbe non tornare mai più disponibile, caricando dunque l'Ufficio Flussi regionale di un nuovo difficile incarico: riuscire a trovare un posto dove sversare le ottanta tonnellate di immondizia - ad ogni modo poche - che cava Cinque Cercole riusciva ancora ad inghiottire. Le verifiche tecniche, insomma, potrebbero anche essere soltanto un modo per mascherare l'eventualità di prossime mosse, si è in tal senso parlato di ampliamenti e nuove discariche in zona, o addirittura una maniera per fare calare l'attenzione sull'area dopo le recenti e dure contestazioni dei comitati civici della zona. Fatto sta che su Chiaiano sono in corso due inchieste ufficiali, ed una terza condotta dal Noe dei Carabinieri per l'ormai famoso geyser di percolato avvistato all'interno dello sversatoio. L'indagine su cui c'è però il maggior peso di tipo logistico è quella che è emersa a riguardo dell'argilla utilizzata per impermeabilizzare la discarica, un'argilla infatti mista a sabbia che a quanto pare sarebbe stata imposta dalla camorra. Ed è proprio questa inchiesta che ha provocato l'interdizione di un'area interna all'invaso dove lo spazio non è stato sfruttato per i conferimenti. In sostanza, infatti, questo provvedimento della magistratura, che dura da diversi mesi, ha reso l'ex poligono meno capiente di circa centomila tonnellate rispetto ai programmi. C'è poi un secondo procedimento degli ultimi giorni, aperto a proposito della messa in sicurezza. In questo caso, tuttavia, le conseguenze sono minori sia dal punto di vista strettamente giudiziario che strutturale. A fare paura, infatti, è particolarmente l'argilla dei clan: al lavoro su questo versante ci sono diversi tecnici incaricati dalla procura che hanno anche il compito di stabilire se possano esserci state infiltrazioni dei liquami della spazzatura nella falda acquifera, così come in più occasioni gli esperti dei comitati civici avevano ipotizzato. Fattori che al momento non cambiano molto, ad ogni modo, sullo scenario attuale che vede il capoluogo privato della sua unica discarica e con possibili criticità che potrebbero insorgere nuovamente da un momento all'altro. La raccolta a Napoli continua a reggersi sulla solidarietà di Liguria, Toscana, Emilia Romagna e parzialmente della Puglia. Dopo Terzigno, dove sversano soltanto i comuni vesuviani, adesso viene meno pure Chiaiano, i due impianti che avevano garantito una città pulita dopo la crisi del 2008.