Zoo in crisi, spunta una discarica
Dopo la notizia della prossima chiusura dello Zoo di Napoli, adesso ani-va la denuncia della presenza di una discarica al suo interno. «Discarica abusiva, amianto e abusi edilizi nella parte chiusa dello Zoo di Napoli»: è questa la denuncia che arriva dal presidente della commissione ambiente Carmine Attanasio e dai consiglieri comunali Carmine Schiano e Francesco Vemetti. Durante un sopralluogo, hanno detto Attanasio, Schiano e Vemetti «abbiamo chiesto di farci aprire la zona chiusa dello Zoo che si trova a ridosso di via Terracina appurando la presenza di tegole d'amianto non rimosse ed una ampia discarica di materiali di risulta e di tronchi di palme infette. Infine molti capannoni sono a nostro parere dei veri e propri abusi edilizi consumati anche nell'adiacenza dello stupendo e storico cortile di una masseria d'epoca». «E necessaria un'immediata e radicale opera di bonifica del sito in questione - concludono Attanasio, Schiano e Vemetti - e sicuramente questo sarà oggetto della discussione nella seduta di commissione ambiente convocata, con la presenza del vicesindaco Tommaso Sodano, per mercoledì mattina alla sala Nugnes della sede consiliare per discutere del futuro dello stesso Zoo e del giardino storico che lo ospita». Sono notizie che si fa fatica a mandare giù e che sono la conferma di un degrado e di un abbandono che dura da anni. Quando, lo scorso ottobre il tribunale ha dichiarato il fallimento della «Park and leisure», la società proprie-taria del parco di divertimenti e dello Zoo napoletano, sono miseramente fallite le speranze di un rilancio della struttura grazie all'interessamento di alcuni investitori britannici che alcuni mesi addietro avevano proposto un sostanziale aiuto economico. Adesso, il più antico parco di divertimenti d'Europa e lo Zoo rischiano davvero di sparire privando la città di un polmone di verde a grande attrazione turistica, generando preoccupazione per la sorte dei 300 animali dello zoo che rischiano l'abbandono e la morte e alimentano la rabbia dei 100 dipendenti che rischiano di perdere il posto di lavoro. II caso Dopo il fallimento della società proprietaria dei parco scatta la mobilitazione per evitare speculazioni Ma non solo. Dopo la denuncia della scoperta della discarica a cielo aperto di materiali di risulta, di tronchi di palme infette e di amianto, oltre che di molti capannoni abusivi, il pericolo è quello di creare una zona abbandonata ad ogni abuso. Fortunatamente, la decisione del giudice non comporterà però l'immediata chiusura delle due attività: infatti il giudice Graziano, con l'assenso del curatore fallimentare Salvatore Laurea, per salvaguardare i circa 100 dipendenti delle strutture e gli animali attualmente ospitati a Fuorigrotta ha disposto la prosecuzione delle attività in gestione provvisoria fino al prossimo 21 novembre. Entro quella data toccherà a Lauria stabilire se le due attività hanno la possibilità di essere salvate oppure il loro destino sarà segnato. In campo dovranno scendere Comune e Regione: servono soldi e un piano che faccia diventare redditizio il parco. Ed i molti cittadini sperano che questo grande polmone di verde e questo antico parco divertimenti, possa ancora continuare a vivere.