Chiaiano, indagini e manganellate
Amato (Bonifiche) «Nelle acque di pozzo accertati arsenico e idrocarburi, è ora che la cava chiuda»
NAPOLI — Un sopralluogo aereo per osservare l'invaso di Chiaiano e scattare dall'alto fotografie da comparare con quelle di qualche mese fa: è la prossima attività di indagine dei carabinieri del Noe, che stanno verificando se la discarica sia stata ampliata illegalmente fingendo di realizzare lavori di messa in sicurezza. Il sospetto è forte e le segnalazioni giunte agli investigatori sono molto precise; le fotografie scattate dall'alto potrebbero dunque dare una prima conferma. Successivamente si procederà a una perquisizione dell'impianto, non solo per controllare lo stato dei luoghi, ma anche per procedere al conteggio dei conferimenti: a Chiaiano, infatti, non si può andare oltre le 700.000 tonnellate di spazzatura, ma il viavai di camion induce a ritenere che questa quantità possa essere stata superata. Il conteggio sarà semplice se il database dell'impianto risulterà aggiornato: è previsto infatti che ogni carico sversato nel sito debba essere registrato. Ma non è certo che questo sia avvenuto, soprattutto nei periodi di emergenza e tra una gestione e l'altra della discarica (il controllo dell'impianto è passato dalla Protezione civile all'Asia e quindi alla Sapna). Resta da chiarire quale sezione della Procura debba formalmente disporre gli accertamenti, se la Dda (che indaga sulle modalità di costruzione dell'impianto e le collusioni con il clan dei casalesi) o la V sezione, quella che indaga sui reati ambientali ed è coordinata dal procuratore aggiunto Aldo De Chiara. Notizie che intanto hanno reso più vigorosa la protesta dei comitati anti discarica, ieri respinti con manganellate dalle forze dell'ordine presso la sede del consiglio provinciale a Santa Maria la Nova, dove era in programma la riunione dell'assemblea. Sul rischio di ampliamento della discarica è intervenuto Antonio Amato, presidente della commissione regionale Bonifiche e siti di smaltimento dei rifiuti: «Le indagini in corso su eventuali ampliamenti non autorizzati della discarica di Chiaiano — ha affermato — gettano nuove ombre su una gestione nefasta che ha causato e ancora genera gravi danni e disagi. Ora basta, si chiuda questa discarica e si avvii il piano di bonifica». «Ribadiamo inoltre — ha aggiunto Amato — la piena contrarietà, già espressa in modo bipartisan da questa commissione, all'apertura di una nuova discarica che insiste su quest'area. La sola idea rappresenta una follia che non tiene conto di quanto si è determinato su questo territorio. Oltre a quanto prodotto dalla discarica di Chiaiano — ha concluso Amato — da mesi denunciamo la necessità di verificare quanto è stato determinato in cave vicine, come cava Zara, da probabili scarichi abusivi. Esistono incartamenti e analisi che evidenziano gravissimi sforamenti nelle acque di pozzo di fluoruri, arsenico e idrocarburi». «La discarica di Chiaiano deve chiudere», ammonisce poi il consigliere comunale di Napoli è tua, Pietro Rinaldi, «perché ha già raggiunto da tempo la capienza prevista e questo è ampiamente documentato». Attivista dei comitati antidiscarica, Rinaldi aggiunge che «le indagini della Procura ci raccontano di una bomba ecologica dovuta alla negligenza e ad un appalto affidato ad una ditta che si è rivelata poi in odore di camorra».