Chiaiano, non si beve acqua dalla fontana

I CITTADINI: «IMPOSSIBILE VIVERE VITA NORMALE, DA TRE ANNI NON INVITIAMO PIU NESSUNO A CASA PER CENA. DI SERA CRESCE IL TANFO DI IMMONDIZIA ED ABBIAMO VERGOGNA. LE FINESTRE? SEMPRE CHIUSE ANCHE IN ESTATE»
3 novembre 2011 - Salvatore Moscato
Fonte: Cronache di Napoli

Com'è la vita dei cittadini di Chiaiano (nella foto la discarica) e Marano da circa tre anni a questa parte? Semplicemente difficile. Sembra banale, ma è cambiata anche nelle cose più normali. In questi giorni, dopo un'estate turbolenta per il fetore e le mancate promesse, il cattivo odore è costantemente presente in quasi tutte le strade della zona circostante la discarica. Il malumore tra gli abitanti è sempre più grande e quando per strada o nelle case si accenna all'argomento "rifiuti", sul viso di tutti nasce spontaneo un sorriso di amarezza. Quelli che prima erano gesti quotidiani ora non lo sono più. Gli abitanti di Chiaiano e Marano avevano la fortuna di poter bere acqua di sorgente aprendo semplicemente il rubinetto, gesto che ormai non fa più nessuno per timore di andare incontro a qualche malattia. Tinto ciò perché le cautele che dovevano essere prese per non inquinare le falde acquifere non sono state rispettate. Tempo fa era piacevole avere ospiti a casa, oggi invece le persone si vergognano di vivere serate in compagnia, perché dopo cena l'aria maleodorante rovina l'armonia. La mattina di solito si aprivano le finestre per far arieggiare le stanze, oggi invece si preferisce tenerle chiuse. Purtroppo però nonostante queste e tante altre situazioni, le persone che scendono in piazza a manifestare sono sempre di meno, forse perché davvero credono alle parole di chi da tempo dice che la discarica verrà chiusa. Inizialmente, quando nel 2008 venne aperto il sito di rifiuti a Chiaiano, molti abitanti scelsero di non protestare perché inconsapevoli a cosa stessero andando incontro, oggi anche se sono evidenti i problemi che assillano questo territorio c'è chi continua a fregarsene. Eppure le iniziative continuano ad essere prese, segno che c'è ancora qualcuno che ci crede, e le persone per strada, seppur sempre le stesse, continuano a manifestare il proprio dissenso. In questi anni la parola più utilizzata anche sugli striscioni durante i cortei è stata "jatevenne!", ed oggi, pensando a gennaio, ai cittadini viene ancora una volta in mente questo invito, sperando che il 31 dicembre venga quanto prima. La gente vuole vivere tranquilla, mentalmente serena e non passare i giorni con la preoccupazione che un'altra discarica venga aperta a Chiaiano. Così si vive male e la Costituzione Italiana non lo contempla. Se davvero questo sito di rifiuti un giorno verrà chiuso non possiamo saperlo, alla gente resta solo il dubbio, e come diceva il filosofo francese Lautreamont: «Il dubbio è un omaggio della speranza».

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