NUMERI CHOC IN "ECOMAFIE 2011": LA COLONNA DI MEZZI CHE SVERSA IN CAMPANIA RIEMPIREBBE A1 E A3

«Dal Nord 80mila tir di rifiuti tossici»

Lo scorso anno 3.849 infrazioni e 1.216 sequestri. Nella sola provincia di Napoli le denunce partite raggiungono quota 1.500. A Caserta 919 tra persone arrestate e segnalate
Allarme impianti, 37 aziende vincitrici di appalti per realizzare siti e discariche sono state colpite da interdittiva antimafia durante il lungo periodo del Commissariato di Governo
28 ottobre 2011 - Mariano Rotondo
Fonte: Roma

NAPOLI. Ottantamila tir carichi di rifiuti speciali, una colonna di mezzi pesanti che messi insieme partirebbero da Reggio Calabria e raggiungerebbero Milano. Questa, in sostanza, la cifra choc più dolorosa che emerge dal rapporto "Ecomafie" 2011 di Legambiente a riguardo degli sversamenti abusivi legati ai clan effettuati in Campania. Un quadro orribile, insomma, e che vede nella regione la media di dieci reati ambientali al giorno secondo le stime fornite dai promotori del rapporto. Il dossier, insomma, sancisce, ancora una volta, il triste primato della Campania con 3.849 infrazioni, 1.216 sequestri e 10 persone al giorno colte dalle forze dell'ordine a compiere reati ambientali. A questo si deve aggiungere il raccapricciante dato riferito alle organizzazioni camorristiche: sono 80 infatti, i clan che gestiscono il malaffare ambientale sviluppando un business da quattro miliardi di euro e dove Napoli e provincia primeggiano su tutti. «Quella disegnata nel rapporto è - riferisce una nota di Legambiente - una mattanza silenziosa ed invisibile che con veleni e cemento commette omicidi differiti nel tempo». La Campania, e particolarmente il Napoletano ed il Casertano, si conferma maglia nera a livello nazionale con le quasi quattromila infrazioni accertate pari al 12,5% del totale nazionale, 4.113 persone tra denunciate ed arrestate, pari a 12 persone «colte con le mani in pasta» al giorno e 1.216 sequestri per un affare di circa quattro miliardi di euro nel 2010 gestito da ben 80 clan. «Un virus - prosegue Legambiente - che batteriologicamente è caratterizzato da un mix rifiuti, veleni e cemento con protagonisti trafficanti, camorristi ma anche massoni, servizi deviati, imprenditori conniventi, colletti bianchi, con politici spesso comparse distratte. La Provincia di Napoli con 1.489 infrazioni accertate è la peggiore provincia d'Italia per reati ambientali superata solo da quella di Roma. La Campania si conferma leader anche nel ciclo dei rifiuti con 786 reati accertati (il 13% del totale nazionale), pari a sei reati accertati nel ciclo dei rifiuti per cento chilometri quadrati, 919 persone tra arrestate e denunciate e 348 sequestri effettuati. E Gomorra (l'Alto Casertano ndr) - continua la nota - rimane saldamente la capitale dei traffico illecito di rifiuti: dal 2002, anno dell'introduzione dell'organizzazione del traffico illecito di rifiuti». In Campania, secondo i dati di Legambiente, sono arrestate 302 persone, altre 440 sono state denunciate, ben 139 aziende coinvolte con il coinvolgimento di ben otto procure a livello regionale. Per Legambiente e l'Ordine degli avvocati della Campania, che ha ospitato la presentazione del rapporto nella sede al Centro direzionale, «è tempo anche di bilanci: è elevatissimo il numero di aziende, legate ai clan, che lavoravano con il Commissariato, tramite gare di appalto o affidamenti diretti. Negli ultimi dieci anni, 37 aziende vincitrici di appalti sono state colpite da interdittiva antimafia. La Provincia di Napoli anche nel ciclo dei rifiuti conquista un triste primato con 21,5 reati per cento chilometri quadrati è la seconda provincia d'Italia superata solo dalla Provincia di Trieste.

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