LA COLMATA, UNA BOMBA ECOLOGICA CHE NON VIENE DISINNESCATA

Bagnoli, l'anno zero della legalità tra inquinamento e disavanzo

26 ottobre 2011 - Francesco Iannello ('Direttore editoriale Bollettino Assise Palazzo Marigliano)
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

Caro direttore, a venti anni dalla dismissione dell'Ilva, e dopo fiumi di denaro pubblico spesi, Bagnoli è ancora all'anno zero. Inquinamento accertato del mare e della fascia costiera, sospetto inquinamento (è in corso un'indagine della magistratura) delle aree interne, che invece risulterebbero bonificate. La colmata, pesantemente contaminata e quindi origine idrocarburi policiclici aromatici cancerogeni, ancora al suo posto, della spiaggia neanche l'ombra, del grande parco verde solo la porta (di cemento), di industria ecocompatibile non si sente più nemmeno parlare, così come delle terme (invece di recuperare le sorgenti lungo la fascia costiera è stata costruita una spa termale in un'area dove non ci sono sorgenti). In qualsiasi altro paese si sarebbe gridato allo scandalo, ma non nella nostra città ormai rassegnata a sopportare tutto. La partecipata Bagnolifutura presenta un disavanzo di bilancio di oltre 3oo milioni di euro. Il buonsenso ne avrebbe imposto lo scioglimento, soprattutto da parte di un'amministrazione comunale intenzionata a dare segnali di discontinuità con il passato. E invece la Bagnolifutura è stata incaricata di gestire l'evento Coppa America di vela. Il Comune, con una larga intesa maggioranza-opposizione, nonostante i dati Icram indichino nel mare di Bagnoli e sulla fascia costiera livelli di inquinamento anche migliaia di volte superiori ai limiti di legge, ha stipulato accordi, con Regione, Provincia e Unione industriali (divenuta soggetto di diritto pubblico) per allestire proprio in quest'area strutture provvisorie (a Napoli il provvisorio è la regola) per le regate, con la paradossale conseguenza di bloccare, almeno fino al 2013, l'anno dell'evento, la bonifica dell'area, con tutte le prevedibili conseguenze per la salute della popolazione. Così la colmata di Bagnoli, definita bomba ecologica da più di un ministro dell'Ambiente, e ancora integra solo per effetto dell'inottemperanza alla legge 582/96 (di recente ne è stato chiesto il sequestro alla magistratura in quanto corpo di reato) verrà utilizzata come base per le regate veliche da un'amministrazione che aveva fatto proprio della legalità la propria bandiera! E non di questione formale si tratta perché l'indagine in corso della Procura di Napoli sulla bonifica di Bagnoli è stata indotta dalle denuncie di sensibile aumento di casi di patologie tumorali. Ma può una pubblica amministrazione dimenticare che tra i suoi doveri il primo è quello della tutela della salute dei cittadini? Può non tenere in conto la legge? È da tempo che tali domande vengono poste da autorevoli interlocutori, ma nessuna risposta è pervenuta da parte dell'amministra-zione, che pure alla partecipazione ha intitolato un assessorato ed è stata inspiegabilmente ignorata la proposta di tenere le regate veliche al Molo San Vincenzo, storica struttura che con spesa minore si potrebbe restituire definitivamente alla città. Sembra che la tradizione borbonica della festa, dell'evento per distrarre il popolo non sia mai tramontata. La vera rivoluzione sarebbe invece quella di costruire l'ordinario, la manutenzione ordinaria, lo sforzo quotidiano per trasformare questo coacervo di cemento, degrado e miseria materiale e morale in una città, smettendola una volta per sempre di inseguire il miraggio della grande occasione. In questa vicenda, inoltre, l'ambientalismo c'entra ben poco: è in gioco il rispetto di principi come la legalità e di diritti costituzionali come la salute, che non hanno colore politico né connotazione ambientalista.
Negli anni scorsi da parte delle intelligenze migliori della città è mancato per troppo tempo l'esercizio del pensiero critico ossia libero, si sono lasciati correre troppi errori per non intralciare le sorti del «rinascimento» e così ci siamo ritrovati senza accorgercene nella situazione attuale. Perseverare nell'errore sarebbe diabolico.

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