L'attacco Il presidente Romano contro l'omonimo assessore: «Ma è in giunta a Napoli?»

Termovalorizzatore a Capua, è rivolta nel Pdl

Il capogruppo Martusciello: «Delocalizzazione? Mai discusso». La Regione: un'ipotesi. E il Comune: bene così
26 ottobre 2011 - Adolfo Pappalardo
Fonte: Il Mattino

È molto più di una semplice ipotesi quella di delocalizzare il termovalorizzatore da Napoli Est a Capua, nel casertano. Naturale che il primo a rallegrarsene secondo la logica, ma al contrario, del nimby (not in my backyard ovvero non nel mio cortile) sia il sindaco de Magistris. Come è pure naturale che il Pdl si spacchi su questa eventualità, a cominciare dal presidente del consiglio regionale Paolo Romano che a Capua ci vive e lì ha il suo feudo elettorale. Ma l'ipotesi su cui si ragiona è fatti-va nonostante l'ufficio stampa di palazzo di Santa Lucia si affretti a smentire: «Nessun atto amministrativo è stato predisposto perla delocalizzazione dell'impianto». La verità sta nel mezzo perché sì è vero che alcun atto formale è ancora stato messo su carta ma l'ipotesi è tutt'altro che campata in aria. Al momento, infatti, piani alla mano, Napoli si potrebbe ritrovare nel raggio di pochi chilometri con ben tre impianti: Acerra, la zona orientale appunto e Giugliano destinato a bruciare i sei milioni di balle accumulate in Campania. Un po' troppo, insomma. Senza contare come l'inceneritore di Acerra, nonostante un avvio al rallentatore, viaggia ormai su 2500 tonnellate bruciate al giorno. Un altro impianto a pochi chilometri, quindi, farebbe una sproporzione sul capoluogo regionale. Senza contare che a 60 chilometri, a Salerno, se ne farà un altro. Insomma il piano, che deve comunque avere un ok dalla Ue, starebbe per essere rivisto. Un sì, quello da Bruxelles, non difficile da ottenere. Tenendo conto che Caldo-ro e De Magistris - che si sono già confrontati a lungo sul problema - chiederanno di incontrare il commissario lanez Potocnik. Ma solo quando lo scenario sarà più definito. A plaudire alla localizzione nel casertano, dunque, è sicuramente il sindaco che sul no all'impianto di Napoli Est ha costruito, tra le altre cose, la sua vittoria in campagna elettorale. Per questo mostra soddisfazione e dice: «Se la Regione cambia idea sul termovalorizzatore a Napoli, ne prendo atto con soddisfazione: è da tempo che dico al presidente Caldoro che non c'è bisogno di quella struttura in città». Dal Pdl però la reazione è naturalmente opposta. «In nessuna sede si è mai discusso della delocalizzazione dell'inceneritore a Capua. L'inceneritore sarebbe certamente contrario alla vocazione turistica e agricola dell'alto Casertano: se il sindaco de Magi-stris vuole usare il cambio di destinazione dell'area per evitare la delocalizzazione a Napoli (come ha fatto il suo collega a Salerno quando un decreto legge ha affidato la competenza non più al Comune ma alla Provincia, ndr) se ne assumerà tutte le responsabilità», attacca il vice coordinatore regionale pdl Fulvio Martusciello. A dir poco irato è il suo collega, il presidente del consiglio regionale Paolo Romano: «Nessun termovalorizzatore a Capua. Assolutamente». Poi spiega: «Ricordo a tutti che è stato approvato, e non senza fatica, un piano rifiuti e la Ue ha dato il suo assenso a quel piano e non ad altri. Gli si dia dunque immediatamente esecuzione e la si finisca - attacca - di assecondare i capricci politici e pseudo ambientalistici del sindaco di Napoli. Voglio augurarmi che il governo regionale comprenda appieno la questione che non solo è tecnica ma anche politica». «Fortemente politica», rimarca. Poi Romano attacca anche l'assessore regionale all'ambiente suo omonimo: «E intanto, visto che c'è, l'assessore Giovanni Romano, spieghi ora se è assessore della Regione Campania o del Comune di Napoli». Ma di risposte, almeno pubbliche, dell'assessore regionale non c'è traccia.

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