I pm della Superprocura: non dateci altri compiti
Chiedono di essere esonerati da altri incarichi, chiedono di essere liberati dalle mansioni ordinarie, dalle direttissime ai turni esterni, per finire all’esecuzione di migliaia di pratiche di demolizione di manufatti abusivi. Nero su bianco, i dodici pm della cosiddetta superprocura antirifiuti chiedono un’esenzione formale al capo dell’ufficio Giovandomenico Lepore. Accade a pochi giorni dall’applicazione del decreto Berlusconi che prevede - tra l’altro - anche la nascita di una Procura regionale e di un tribunale speciale per affrontare i fascicoli legati al ciclo di smaltimento rifiuti in Campania. Un decreto che ha creato un inevitabile ingorgo di processi a Napoli, con 800 fascicoli trasmessi in pochi giorni (previsti fino a 1500), con eccezioni di incostituzionalità da parte di un giudice sammaritano e decine di eccezioni di incompetenza dei pm napoletani. Ma anche un braccio di ferro tra l’ufficio gip di Renato Vuosi (scelto per la formazione dei dieci collegi speciali in materia ambientale) e il presidente del tribunale Carlo Alemi, su cui si esprimerà un plenum straordinario del Csm lunedì prossimo. Il Csm deve inoltre esprimersi su un documento firmato da 75 pm napoletani, che hanno bollato come incostituzionale il decreto Berlusconi. Il testo dei pm napoletani è finito alla settima commissione. Palazzo dei Marescialli deve inoltre intervenire su un’altra questione di incompetenza sollevata a Napoli dai giudici. Il documento è stato firmato da ben 23 dei 41 gip napoletani, che chiedono l’intervento dell’organo di autogoverno dei giudici, dopo la decisione di Alemi di utilizzare gip e non sezioni di Tribunale per dare vita all’organo collegiale chiamato a valutare sequestri e richieste di misure cautelari. Vicende che si sovrappongono, dunque, in attesa dell’intervento del plenum di Palazzo dei Marescialli, mentre dall’interno della superprocura si prova a prendere le misure del carico di lavoro in arrivo dagli undici uffici inquirenti della Campania. Ed è in questo scenario, che il superpool antirifiuti, coordinato dal procuratore aggiunto Aldo De Chiara, ha chiesto a Lepore una nuova circolare d’ufficio. Oggetto: no a direttissime, turni esterni e quant’altro non entri nelle inchieste sull’emergenza rifiuti in Campania. Ora tocca a Lepore vagliare l’istanza sottoscritta dai dodici pm, alle prese in questi giorni anche con il carico di lavoro ordinario. Sulla scrivania dell’aggiunto De Chiara, qualcosa come 5834 pratiche di demolizione da eseguire, che attendono una risposta da parte dell’ufficio. Ma sui problemi organizzativi legati al decreto, interviene anche la camera penale di Napoli, guidata da Michele Cerabona, con un documento a firma del segretario Attilio Belloni, che promuove la nascita della superprocura (pur respingendo il ricorso a decreti legge in materia penale) e boccia il documento dei 75 pm. «La camera penale nel caso in esame ritiene che l’iniziativa in via d’urgenza sia legittima e opportuna», si legge in estrema sintesi. E ancora: «È necessario affrontare in modo tempestivo una situazione divenuta ormai drammatica e pericolosa, auspicandosi, da parte di tutti un atteggiamento collaborativo e responsabile».