Campania infelix Alle Madonnelle i residenti lamentano strati oleosi su balconi, strade e piante ed i contadini per vendere i loro prodotti li sciaquano con il «Last»

Polo di Acerra, i veleni industriali direttamente nei Regi Lagni

Nessuna depurazione. Caso Friel: brucia olio inquinato da Pcb Gli agricoltori lavano frutta e ortaggi col detersivo per i piatti
Policlorobifenili Il 18 gennaio vigili e Camera di Commercio prelevano campioni del combustibile Fri-El, nell'olio di palma trovano policlorobifenili
Ricorso al Capo di Stato La Fri-El ha offerto ai comitati un compenso per ritirare la denuncia che contesta l'Aia, concessa in area già insalubre, ma l'offerta è stata rifiutata
23 ottobre 2011 - Daniela Scodellaro
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

fibre, collegato al vecchio depuratore in località Omomorto. Ora, alcuni attivisti sostengono (con denuncia formale) che nemmeno il depuratore ad Omomorto funzioni e i reflui indifferenziati vengano dunque scaricati direttamente (senza alcun trattamento) nei Regi Lagni. Le polemiche a suon di carta bollata sulla Fri-El di Acerra vanno avanti da più di un anno. Ma non è mai arrivata una risposta dalla Procura di Nola, dove fu presentata una prima denuncia nel giugno 2010. E non smuove l'enorme impianto a biomasse nemmeno il parere contrario della dottoressa Maria Piscopo, dirigente all'Ambiente del Comune di Acerra, che aveva sollecitato l'intervento del Ministero dell'Ambiente e questi, nell'aprile 2011, ha risposto con una nota che la Fri-El non aveva adempiuto alla dovuta caratterizzazione del suolo prioritaria al rilascio dell'Aia, dunque attestando l'illegittimità del rilascio. I comitati ambientalisti lamentano inoltre la mancanza di controlli sull'impianto, tant'è che solo in seguito alle loro richieste, il 18 gennaio 2011, è avvenuto un sopralluogo congiunto dei vigili di Acerra con i tecnici del laboratorio Lcm della Camera di Commercio di Napoli, che hanno prelevato dalle cisterne della Fri-El dei campioni di olio.
Dai risultati delle analisi è emerso che nell'olio di palma utilizzato per la combustione sono stati rinvenuti Pcb (policlorobifenili), dunque potrebbe trattarsi di «olio di palma ottenuto da suoli contaminati» o mischiato a oli di sintesi esausti o venuto a contatto con recipienti contaminati. Era stato richiesto anche l'intervento dell'Arpac, ma l'Ente per l'Ambiente non ha voluto saperne, affermando che non aveva competenze in merito. E allora, chi dovrebbe averle? Comunque i cittadini e i comitati aspettano delle risposte anche dall'Arpac, anche perché qualche settimana fa l'assessore regionale all'Ambiente, Giovanni Romano, dopo aver ricevuto un appello con centinaia di firme di acerrani ha inviato una nota all'Arpac sollecitando l'intervento.
Gli abitanti, soprattutto quelli in zona Madonnelle, a pochi chilometri dalla FriEl, intanto lamentano strati oleosi sui balconi, sulle strade e sulle piante. I contadini dicono che per vendere i loro prodotti sono costretti a lavarli con il «detersivo per i piatti» perché ricoperti di olio. Saranno le emissioni di uno dei tanti impianti inquinanti autorizzati nel polo chimico industriale di Acerra? Su quest'area mai bonificata, campo di sterminio di numerosi agnelli che nascevano malformi e morivano dopo il pascolo e dove tutt'oggi si coltiva ancora, la Regione continua a concedere autorizzazioni per la messa in esercizio di ulteriori impianti inquinanti.

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