Ultimatum di Vardè: subito le discariche o lascio

Pressing del commissario alla Provincia. Nel piano sei siti: c'è anche l'ampliamento di Chiaiano
21 ottobre 2011 - Daniela De Crescano
Fonte: Il Mattino

 Il commissario alle discariche Annunziato Vardè minaccia di gettare la spugna e per l'Italia si avvicinano le sanzioni preannunciate dall'Unione Europea. Bruxelles, infatti, ci chiede di passare dalle buone intenzioni alle realiz7a7,ioni, altrimenti si potrebbe avviare un nuovo procedimento d'infrazione che ci costerebbe una multa salatissima: fino a 652mila euro al giorno. E infatti l'invito a dettagliare in maniera concreta il piano regionale, è stato ripetuto nei giorni scorsi anche al governatore Caldoro arrivato in Belgio per discutere dei fondi Fas. L'Europa ci chiede, tra l'altro, di indicare con precisione quante e quali discariche vogliamo realizzare e quando le metteremo in funzione. Ma in due successive missive inviate in Regione negli ultimi mesi Vardè spiega di non aver ottenuto l'assenso dei sindaci a nessuno dei siti indicati nel suo piano (le discariche dovrebbero essere a suo parere localizzate a Napoli, Mara-no, Sant'Anastasia, Giugliano, Comiziano e Pozzuoli) e di non avere la possibilità, con gli attuali poteri, di aprire alcunché. Perciò chiede un nuovo provvedimento che dovrebbe riconsegnargli il compito di attivare gli sversatoi anche senza il sì dei primi cittadini, come prevedeva il decaduto decreto 94 del 2011. Ma il governo al momento non sembra intenzionato a scendere in campo per sbloccare la situazione: il decreto precedente era stato portato su di un binario morto proprio perché sui provvedimenti da prendere per far fronte alla situazione rifiuti campana non è stato trovato un accordo. Per rafforzare la sua posizione Vardè chiede anche alla Provincia di schierarsi risolutamente dalla sua parte e infatti sottolinea di ritenere opportuno un esplicito parere degli amministratori di piazza Matteotti sui siti individuati. Non risulta che ci siano state risposte, ma oggi il commissario dovrebbe incontrare il presidente Luigi Cesaro che da tempo lavora su di una sorta di «piano alternativo». La Provincia punta sull'apertura di sette cave di-smesse dove sversare materiale stabilizzato. Al momento è stato raggiunto un accordo solo con i sindaci del nolano per la riapertura dei siti di Paenzano 1 e 2 per i quali è in atto la progettazione. E non sono stati ancora appaltati i lavori per l'impianto di stabilizzazione dei rifiuti che dovrebbe essere sistemato nello Stir di Giugliano. A Tufino è già al lavoro la Biocom che è riuscita a garantirsi un appalto 194mila e 400 euro al mese per stabilizzare 200 tonnellate al giorno di frazione umida. Tutti i piani provinciali devono essere assorbiti da quello regionale. Il progetto affidato al dipartimento di Scienze ambientali della Seconda università di Napoli nella attuale stesura, approvata L'appello Chiesti anche poteri speciali al governo Più vicino il rischio delle multe dall'Ue dalla giunta e presentata in Europa, tiene conto di una serie di vincoli. Le discariche, infatti, per legge dovrebbero essere realizzate solo in siti che hanno una barriera naturale eventualmente completabile con una barriera artificiale. Ma secondo il ministero dell'Ambiente, il rivestimento artificiale è sufficiente per aprire uno sversatoio, come avviene in molte regioni italiane. Nel piano inviato a Bruxelles le aree della provincia di Napoli indicate per ospitare i siti erano piuttosto limitate mentre più vaste erano le possibilità nel Beneventano, nel Salernitano e nell'Avellinese. Al progetto regionale sono arrivate ben 613 osservazioni alle quali, lo prevede la legge, bisogna rispondere prima di portare la discussione in consiglio regionale. Nell'ultima stesura, quindi, il criterio della barriera naturale potrebbe diventare preferenziale, ma non esclusivo. Le risposte saranno poi esaminate dal comitato tecnico ambientale della Regione. Le eventuali modifiche saranno inserite prima della discussione in Consiglio. Ma l'Europa preme: se non arriveranno risposte concrete entro il 26 novembre, se non andranno avanti gli appalti e non si avvieranno nuovi siti, la procedura d'infrazione andrà avanti. E bisognerà pagare.

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