L'inceneritore «lascia» Napoli, scontro su Capua
Il termovalorizzatore di Napoli est? Si farà nel Casertano: è già più che un'ipotesi e l'area già individuata potrebbe essere quella di Capua. Lo spostamento servirebbe ad aggirare il «no» del sindaco De Magistris e della sua giunta alla localizzazione nell'area di San Giovanni. La delocalizzazione resta, lo stabilisce la legge, nelle prerogative della Regione che sta valutando di utilizzare il suo potere dopo aver verificato una serie di condizioni a partire dalla non opposizione di tutte le amministrazioni interessate, a cominciare da quelle casertane. In una delle 613 osservazioni al piano regionale rifiuti avanzate da enti, associazioni e amministrazioni, infatti, il Comune di Napoli ha sottolineato una evidente sproporzione nella distribuzione degli impianti: in provincia di Napoli oltre all'inceneritore di Acerra ci sarebbero altri due termovalorizzatori, quello di Napoli est (che quindi potrebbe essere spostato altrove) e quello di Giugliano, destinato a bruciare i sei milioni di balle accumulate in Campania. D'altra parte il piano regionale prevede un gassificatore di piccole dimensioni nel Casertano: questo potrebbe essere sostituito dal termovalorizzatore già programmato a Napoli est. Naturalmente l'ipotesi si concretizzerà solo se arriverà il «sì» dell'Europa alla quale il progetto sarà presentato solo quando tutti i tasselli saranno andati a posto: anche per questo non c'è stato ancora il previsto viaggio a Bruxelles. Caldoro e De Magistris - che si sono già confrontati a lungo sul problema - chiederanno di incontrare il commissario Janez Potocnik solo quando saranno sicuri di avere un asso nella manica. Seguendo la strada che porta a Caserta sarebbe probabilmente più facile trovare ditte disponibili a partecipare alla gara visto che il no del primo cittadino napoletano è un deterrente non da poco. Il rischio di una vicenda modello Impregilo con ritardi, rinvii e controversie è tale da paralizzare molti imprenditori: per aprire il cantiere del termovalorizzatore di Acerra fu necessario mobilitare la forza pubblica per far scendere il sindaco Espedito Marietta dalle ruspe con le quali i manifestanti tentavano di bloccare l'accesso. Mal'arma più potente adisposizione di De Magistris sarebbe quella usata dal primo cittadino di Salerno: il cambio di destinazione dell'area che innescherebbe una lunga vicenda burocratica. ll finale sarebbe in questo caso già scritto: la multa dell'Europa sarebbe praticamente inevitabile.
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