Bagnoli zeppa di veleni: lettera a Lepore

Colmata a mare: bonifiche al palo Associazioni ambientaliste all'attacco
13 ottobre 2011 - Mauro Tonetti
Fonte: Il Denaro

Bonifica di Bagnoli, il clamore e la fibrillazione legati alla disputa delle regate della Coppa America rischiano di oscurare la violazione di leggi, decreti e piani urbanistici. Le associazioni ambbentaliste partono all'attacco. Con una lettera inviata alla Procura della Repubblica di Napoli, Giuseppe Comella, presidente dell' associazione internazionale Medici per l'ambiente, Gerardo Marotta, presidente onorario dell' assise della città di Napoli e del Mezzogiorno d'Italia, Gerardo Mazziotti, presidente dell'associazione " Salviamo Bagnoli", Raffaele Raimondi, presidente del Comitato giuridico di difesa ecologica chiedono conto della bonifica dai veleni contenuti nella colmata a mare e nei fondali marini di Bagnoli. Alcuni - dicono - altamente cancerogem "come gli idrocarburi policiclici aromatici. Tant'è che è in corso una gara d'appalto dei lavori per la bonifica dei fondali marini a cura del Commissariato di governo per le bonifiche e la tutela delle acque della regione Campania. Dito puntato, dei firmatari della denuncia, sulla piattaforma avvelenata di Bagnoli - scelta come quartier generale del villaggio della vela per la disputa delle regate preliminari della Coppa America - e sulle opere connesse progettate da Bagnolifutura (pur in assenza di una legge che la abiliti ad attività professionali) spendendo alcune diecine di milioni di euro per realizzare opere provvisorie, che, "al di là della loro opportunità, ritardano di fatto la trasformazione urbana delle aree di-smesse prevista dagli strumenti urbanistici comunali e che la città attende da vent'anni". Opere contrastate, viene detto, dall'intero mondo ambientalista cittadino, che chiedono, leggi alla mano, l'immediato ripristino della morfologia naturale della costa di Coroglio e la bonifica della spiaggia. l'attuazione dell'accordo di programma quadro del 21 dicembre 2007 che prevede la rimozione della colmata di Bagnoli e il trasferimento nel parto di Piombino dei materiali detossicizzati. Rimozione della colmata ribadita dal Piano urbano attuativo di Bagnoli. Tutto ciò in presenza di "una valida, autorevolemte condivisa, alternativa a Bagnoli, costituita dal molo San Vincenzo nel porto di Napoli come location delle regate veliche. Un'opera il cui recupero coniugherebbe il risanamento ambientale e la ristrutturazione di una delle più antiche infrastrutture portuali contenente il prezioso Bacino di Carenaggio borbonico. I firmatari della missiva sollecitano dunque, le determinazioni della Procura sulla richiesta del 21 settembre scorso di sequesto penale della colmata, in quanto corpo di reato. "E' stato ampiamente dimostrato - viene spiegato - che la sua permanenza è causa dell'inquinamento delle acque, dei sedimenti marini e dell'intera linea di costa da Coroglio a Bagnoli, con conseguente danneggiamento del mare e della spiaggia, la qual cosa configurerebbe sia il reato di danneggiamento pluriaggravato, sia il reato di disastro ambientale". "Senza contare che è stata accertata la morte di 384 cittadini di Bagnoli a causa dell'inquinamento da amianto, ancora presente nell'area, e che il Tribunale di Napoli ha condannato, su richiesta della Procura, alcuni pubblici amministratori per avere consentito la balneazione nelle aqcue avvelenate di Coroglio, malgrado l'accertato pericolo per gli ignari bagnanti".

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