L'inceneritore costruito nel 1995 e mai entrato in funzione al Cotugno
NAPOLI - A Napoli è stato realizzato un impianto di incenerimento per i rifiuti speciali prodotti dagli ospedali Cotugno e Monaldi, ma non è mai andato in funzione. La struttura, una palazzina di due piani, ultimata nel 1995, è stata costruita alle spalle del Cotogno, nei pressi della centrale termica. Una struttura moderna. Era previsto che in ogni piano dei due ospedali dovevano essere attivate delle colonne nelle quali depositare i rifiuti che, una volta raggiunto un certo peso, attivavano una fotocellula: il sistema di aspirazione automatica si metteva in moto consentendo ai sacchi di rifiuti speciali di giungere, attraverso dei tubi, direttamente nell'impianto di trattamento limitando al minimo le possibilità di contagio, tra i vari reparti. Perché l'impianto non ha mai funzionato? Pare che siano emersi dei problemi durante le fasi di collaudo per via del cambio delle normative sugli affluenti e inevitabilmente è stato necessario apportare degli adeguamenti. L'allora direttore generale dell'azienda ospedaliera Monaldi-Cotugno, Domenico Pirozzi, chiese finanziamenti alla Regione Campania per procedere alle modifiche proponendo una variante in corso d'opera, ma non ottenne risposte. Solo quattro anni dopo, nel 1999, l'assessorato alla Sanità assicuro che la questione sarebbe stata sottoposta all'attenzione del Cria (comitato regionale contro l'inquinamento atmosferico). Ma la promessa non fu mantenuta. La commissione non si è mai riunita. Mancò la volontà politica di risolvere il problema. I politici preferirono affidare il servizio alle società di trasporto rifiuti. E così la società romana, che progettò e costruì l'impianto, travolta dai debiti, fu costretta a dichiarare fallimento. Intanto, la palazzina di due piani si è trasformata in una cattedrale nel deserto, in un casermone mentre sono prevalsi altri interessi ed è aumentato lo spreco di denaro pubblico.