Procura Usati materiali scadenti

La perizia: Chiaiano «bomba ecologica», a rischio la falda

12 ottobre 2011 - Fabrizio Geremicca
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

NAPOLI — Una perizia da brivido. È quella che sta per consegnare al gip del Tribunale di Napoli, che gliela ha commissionata all'inizio dell'estate scorsa, l'ingegnere Luigi Boeri. Il professionista è stato incaricato di effettuare gli accertamenti relativi alla qualità dell'argilla che fu messa tra il 2009 e il 2009 sul fondo della discarica di Chiaiano, quando fu realizzato l'invaso dalla Ibi, appaltatrice della Protezione Civile. Un esame tecnico fondamentale, nell'ambito dell'inchiesta su presunte irregolarità che avrebbero caratterizzato la realizzazione dello sversatoio napoletano, condotta dai pubblici ministeri Ardituro e Del Gaudio. La perizia dell'ingegnere Boeri ormai è pronta e sta per essere depositata sul tavolo del gip. Confermerebbe, secondo indiscrezioni di fonte autorevole, che la qualità del materiale era molto scadente e di conseguenza alimenterebbe preoccupazioni fondate circa il rischio di infiltrazione dei materiali inquinanti fin nella falda. La perizia, dunque, rappresenta uno snodo essenziale nell'ambito del prosieguo dell'inchiesta giudiziaria. Se, infatti, gli accertamenti effettuati dall'ingegnere Boeri rafforzeranno l'ipotesi dei pubblici ministeri, il passaggio successivo sarà, per gli stessi pm, di estendere il raggio dell'inchiesta ai componenti della commissione di collaudo i quali, circa due anni fa, certificarono la conformità dell'invaso ai parametri di legge ed a quanto previsto dal progetto. Insomma, si configurerebbe una vicenda non dissimile da quella che si è verificata per i collaudi, secondo la Procura addomesticati, in cui fior di professionisti avrebbero attestato la conformità degli impianti di combustibile da rifiuto a quanto previsto dai progetti e dai contratti stipulati dal privato con il Commissariato ai Rifiuti. L'inchiesta su Chiaiano coinvolge la Edil Carandente e la Ibi, che rivendicano peraltro la correttezza del proprio operato. La prima, riconducibile alla famiglia Carandente Tartaglia, ha eseguito in subappalto per Ibi (quest'ultima gestita da Antono D'Amico ed appaltatrice della Protezione Civile) la copertura con argilla dello sversatoio di Cupa del Cane. Secondo l'accusa, che ipotizza tra l'altro il reato di frode in pubbliche forniture, ha utilizzato materiali scadenti o diversi da quelli previsti. Insomma, lo sversatoio sarebbe una bomba ecologica.

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