Differenziata nei campi Rom
NAPOLI — Spesso accusati di appiccare roghi ai rifiuti, i rom che vivono a Napoli potrebbero essere protagonisti di una svolta impegnandosi nella raccolta differenziata. Il protocollo d'intesa siglato ieri tra Prefettura, Comune e Provincia di Napoli prevede, infatti, la realizzazione di un progetto pilota per avviare la raccolta differenziata all'interno dei campi nomadi di Cupa Perillo a Scampia e al Campo Nuovo di Secondigliano. Due gli obiettivi: l'inserimento dei rom in progetti formativi di lavoro e il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie degli insediamenti, in attesa della costruzione del nuovo villaggio di Scampia, giunto alla fase esecutiva. «Il progetto — dice il prefetto Andrea De Martino — ha un importante valore sociale perché ritengo che i risultati sul fronte della tutela ambientale e della raccolta dei rifiuti si possano avere soltanto se c'è la partecipazione di tutti. Noi consideriamo i nomadi presenti sul territorio come cittadini e come tali devono attenersi al rispetto delle regole». L'iniziativa elaborata dalla Provincia e finanziata dal ministero dell'Interno con un contributo di i iomila euro, già trasferiti all'Ente di piazza Matteotti, durerà nove mesi. Le attività di formazione dei rom saranno effettuate dall'amministrazione provinciale, mentre il Comune avrà il compito di installare un sistema di videosorveglianza vicino ai campi e presso le aree di raccolta individuate da Asia. Gli occhi elettronici dovrebbero prevenire gli sversamenti non autorizzati di rifiuti. All'Asia, inoltre, l'incarico di posizionare e prelevare i cassonetti della differenziata, di installare nei campi i contenitori per pile usate, batterie, farmaci scaduti e di fornire sacchi per l'umido e la carta, infine il prelevamento degli ingombranti. «La firma di questo protocollo — dice il sindaco de Magistris, intervenuto col vice Tommaso Sodano — dimostra l'attenzione delle istituzioni per queste persone e che la differenziata deve essere un obiettivo culturale e ambientale che coinvolge tutta la città e tutti i cittadini». Sei gli operatori che saranno formati, affiancati da un coordinatore. I loro compiti: ritirare i rifiuti a domicilio nel campo; depositare quanto raccolto nella vicina isola ecologica o negli spazi indicati dall'Asia, educare alla differenziata fornendo le necessarie informazioni e controllare il territorio. «Se a Napoli la raccolta differenziata la faranno i rom, che per i nostri costumi oggettivamente vivono in condizioni precarie e disagiate, allora non vedo chi possa più esimersi da questo dovere civico», commenta il presidente della Provincia Luigi Cesaro. «Il progetto portato avanti dall'assessore Marilù Galdieri — continua — è un contributo all' integrazione, perché gli attori saranno proprio le comunità nomadi, entusiaste di questa opportunità. Con questa iniziativa si punta anche a contrastare i roghi di rifiuti e suppellettili che spesso si verificano proprio presso i campi nomadi».