Rifiuti e degrado Discariche a cielo aperto e traffico di rifiuti nel popoloso quartiere ad est di Napoli

Ponticelli: sorge tra la munnezza il nuovo Ospedale del Mare

8 ottobre 2011 - Antonio Casolaro
Fonte: Rinascita

L'aria è irrespirabile quando percorrendo la statale 164, si imbocca l'uscita di Ponticelli, semi-nascosta da una coltre di fumo nero e spesso che brucia la gola e la coscienza. Siamo a Napoli in via Luca Pacioli eppure sembra di essere inviati di guerra; intorno c'è un paesaggio dal degrado indescrivibile e sconfortante, ai lati della strada e sotto il cavalcavia per mezzo del quale ci si immette nel traffico cittadino, cumuli di rifiuti speciali fumanti, scheletri di elettrodomestici e di automobili, ombre lunghe al sole di ottobre che rovistano disperatamente tra i rifiuti. Viene un nodo alla gola, un po' per la tristezza dello spettacolo e un po' per l'odore acre della plastica data alle fiamme che diventa sempre più invadente al punto da costringere chi passa a chiudere i finestrini. Cosa si sta sbagliando in questo angolo di mondo dimenticato? Possibile che sia sempre e solo questa terra martoriata a ingoiare tutto lo schifo di questo mondo marcio sotto forma di rifiuti di ogni genere? Napoli sanguina al cuore, la Napoli del riscatto, dell'uomo nuovo de Magistris in queste lande sembra accasciarsi ancor prima di risollevarsi nonostante le tante belle parole spese e le promesse di rito. Amare una città così tanto e doverne documentare la sua agonia fa male davvero e non dà nessuna soddisfazione, come non c'è alcuna soddisfazione nel fotografare la propria madre morente. Proviamo ad inoltrarci in una stradina parallela ma ci accorgiamo che la carreggiata ad un certo punto scompare sotto un cumulo di rifiuti di immani proporzioni; c'è addirittura un mucchio compatto di colore scuro probabilmente composto da rifiuti carbonizzati. Le facce non proprio cordiali dei braccianti della monnezzopoli ci suggeriscono che forse è meglio andar via. Poco più avanti lo spettacolo è addirittura peggiore, se possibile, e le strade laterali di accesso al cantiere del nuovo Ospedale del Mare sono ricettacolo di schifezze di ogni genere. Una montagna di pneumatici abbandonati e pronti a essere dati alle fiamme, barattoli di vernice e solventi e altri loschi rifiuti non ben identificati sono sparsi ovunque. Proprio di qualche giorno fa è la notizia della protesta di un comitato di cittadini della zona ormai sfiniti da questa industria criminale dello smaltimento dei rifiuti. Ma chi vuoi che li ascolti... tra questi palazzoni rettangolari il rumore della povera gente diventa semplice vociare e se lo porta via il vento che soffia dal mare. Mare che da qui è inaspettatamente vicino; lo si può addirittura scorgere all'orizzonte, proprio dietro il grigio di questi caseggiati. Il tasso di tumori in questa zona è altissimo e non c'è povera famiglia che non paghi un pesante tributo di sangue per gli affari d'oro ventennali di politici e camorristi. Cumuli di rifiuti e discariche abusive visibili addirittura dal satellite di google maps. Un fiorente supermercato della spazzatura sotto gli occhi di tutti ma che prodigiosamente ancora sfugge a chi di dovere.

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