Bonifiche flop duemila terreni ancora inquinati

In cinque anni risanate solo sei aree La Regione accelera, parte il piano bis
5 ottobre 2011 - Marco Toriello, Livio Coppola
Fonte: Il Mattino

Cinque anni trascorsi tra confusione e scarsi risultati. Sei siti inquinati su quarantotto rimessi a nuovo, altre 2.500 le aree lasciate «in sospeso», nel dubbio che debbano essere ripulite o meno. Il Piano regionale bonifiche elaborato nel 2005 rappresenta, numeri alla mano, uno dei più grandi flop della recente storia delle Istituzioni campane. In cinque anni, vissuti in un regime commissariale, i lavori su siti industriali e discariche sono andati avanti a dir poco a rilento, con pochissimi cantieri chiusi e messi in sicurezza. In pratica la Campania è ancora tutta da bonificare, e ai casi più eclatanti di aree coma Bagnoli, Napoli est e litorale Domitio-flegreo si aggiungono quelle delle decine di siti minori, sparsi per le cinque province, ma non meno importanti. Oggi il Piano regionale bonifiche (Prb) è stato sottoposto a una doverosa ristrutturazione. L'assessore regionale all'ambiente Giovanni Romano, in carica dall'anno scorso, non appena si è reso conto dello stato dell'arte alquanto deficitario, ha messo al lavoro la struttura del suo assessorato, senza ricorrere a esperti esterni, e da ieri il nuovo Piano risulta pronto e pubblicato sul Bollettino ufficiale, con la preziosa appendice di 71 interventi prioritari che saranno effettuati nei prossimi mesi. Ma cosa ha ereditato Romano dai cinque anni di lavoro precedente? «Ho ereditato una situazione estremamente deludente, rispetto a quanto espresso nella stessa pianificazione risalente al 2005 - spiega lo stesso assessore - I risultati non sono stati assolutamente all'altezza né delle aspettative né della gravita della situazione generale. Per questo abbiamo dovuto rivedere l'intero sistema di ruoli e responsabilità». L'assessore non esagera, perché nel computo dei risultati del quinquennio si ravvisa fin troppo facilmente un vero e proprio fallimento. Nel 2005 il Piano regionale bonifiche aveva prodotto una Magrafe con 48 «Siti da Bonificare», ossia 48 siti con «livelli di contaminazione o alterazione chimica del suolo o del sottosuolo o delle acque superficiali o sotterranee tali da determinare un superamento dei limiti accettabili rispetto alla destinazione d'uso». Luoghi, per dirla in breve, dove occorreva intervenire subito. Cinque anni dopo si è scoperto che, per quei 48 siti, sono risultati bonificati solo sei: quattro sono nel Sannio, tre Pozzi a Circello, San Marco dei Cavoti e Pietralcina e un distributore di carburante a Foglianise. A questi vanno aggiunti un'altra pompa di benzina a Pontecagnano e, unico sito a Napoli, l'area di Piazzale Teschio a Fuorigrotta. 11 resto si barcamena ancora tra le diciture assai parziali come «bonifica in corso», «indagini preliminari», «progetto preliminare» e così via. L'elenco è lungo, e comprende tante ex aree industriali di Napoli, ma anche le ex discariche di Serre, Giffoni, Caserta. I ritardi sono enormi, tanto più che la situazione potrebbe essere ancora più grave di quanto già verificato. Sempre nel Piano del 2005 sono stati censiti in totale 2551 siti, divisi tra attività produttive e sversatoi di rifiuti, considerati «potenzialmente inquinati» ma da verificare in tennini di effettiva pericolosità. Un lavoro che va fatto e subito, da qui la ripartenza impressa ora dalla Regione: «Negli anni scorsi è stato un errore ricorrere alla gestione commissariale - continua Romano -1 risultati sono quelli che si vedono ancora adesso. Ora occorrono forti ruoli ordinari, come Regione coordineremo il Piano stabilendo le priorità degli interventi, le fonti di finanziamento e, nel caso dei siti potenzialmente inquinati, tutte le verifiche del caso con l'Arpac. Ma saranno i Comuni, e in caso di luoghi estesi le Province, a compiere gli interventi di bonifica, che saranno pagati unicamente in base al risultato». Il Piano è già operativo: sui 71 interventi prioritari, si va avanti su Bagnoli e Napoli Orientale, ma soprattutto su ex discariche inquinatissime come Resit-Giugliano, Parco Saurino, Pianura e Parapoti. In settimana si sbloccheranno ad hoc 141 milioni per le compensazioni ambientali, e la proiezione di spesa complessiva per la prima parte del Piano sfiorai 200 milioni. «Ci aiuteranno le rinvenienze del vecchio Por, ma spero di recuperare a breve altri fondi - chiude Romano - ad esempio 80 milioni sui 130 che in passato sono stati levati alle Bonifiche per farli convergere sull'Emergenza Rifiuti".

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