Scoperta cava di rifiuti tossici
Duemila metri quadrati zeppi di scarti tossici. È quanto hanno scoperto ieri in una cava illegale a Marianella dove i rifiuti accatastati da non si sa quanto tempo e dai quali provenivano miasmi pestilenziali avevano provocato forti irritazioni alle prime vie respiratorie di cittadini esasperati. Già da diversi giorni, infatti, gli abitanti della zona avvertivano un odore forte ed acre nell'aria tale da causare bruciore agli occhi, capogiri e distrurbi respiratori. Un sos che due giorni fa aveva portato il consigliere comunale Salvatore Guanci ad allertare l'assessore Tommaso Sodano illustrandogli quelle che da subito era apparsa come una situazione estremamente preoccupante. Ancora ieri mattina lo stesso Guanci incontrando l'assessore Sodano in consiglio comunale aveva sollecitato un intervento. Ma il bubbone è scoppiato poche ore dopo durante una manifestazione di alcuni cittadini esasperati dai miasmi e dalle esalazioni urticanti. In via Cupa Principe si è precipitato il presidente della Municipalità Angelo Pisani che ha chiamato vigili del fuoco, polizia provinciale, carabinieri e polizia. Gli agenti attraverso una strada sterrata sono giunti alla cava, che è risultata essere di proprietà dell'Asl Napoli 1, in cui, secondo i residenti, bruciavano ormai da diversi giorni rifiuti di ogni tipo. «Copertoni, tegole di eternit, amianto, frigoriferi, in quella cava c'è di tutto», ha commentato Ivo Poggiani, consigliere della VIII Municipalità di Napoli ed attivista della Rete Commons. A quel punto il vicesindaco Sodano ha deciso di istituire una conferenza dei servizi immediatamente contestata dal consigliere Guanci: «L'iter burocratico è troppo lungo. Serviva un'azione immediata per non lasciare i residenti esposti ai miasmi di questi fumi tossici dei quali non si conosce affatto la natura». Per Sodano: «L'episodio di via Cupa del Principe merita la massima attenzione, per cui - la strada giusta - è una conferenza dei servizi per avere immediato aggiornamento sulla situazione affinchè sia tutelata la salute dei cittadini». Mentre il presidente Pisani ha ricordato che quella zona, nell'area del Vallone San Rocco rientra nel Parco metropolitano delle Colline. Per cui non ha alcun dubbio nel definire quello di ieri come l'ennesimo «disastro ambientale perpetrato da criminali senza scrupoli. Abbiamo subito chiesto - ha proseguito Pisani - l'intervento della Polizia Provinciale accorsa sul posto insieme con i tecnici dell'Arpac, che ha proceduto, dopo aver verificato la pericolosità dei rifiuti presenti, al sequestro dell'area ordinandone la messa in sicurezza». Gli agenti della sezione di polizia giudiziaria della Polizia provinciale guidata dal Comandante Lucia Rea hanno provveduto a recintare e a porre sotto sequestro l'area in cui sono stati trovati i rifiuti tossici ed hanno presentato denuncia contro ignoti. In particolare, gli uomini della Provinciale hanno rinvenuto amianto, lastre di eternit, carcasse di auto e di elettrodomestici, vernici, scarti di lavori edili, materiale plastico in decomposizione, il tutto coperto da vegetazione. Compito degli agenti della Provincia di Napoli e dell'Arpac sarà ora quello di analizzare la natura di tutti i rifiuti presenti nelle cave per verificare se vi siano state interrate sostanze particolarmente tossiche o radioattive. «Uno scempio che non possiamo consentire» ha sottolineato il consigliere Municipale Salvatore Bottone. «È inaccettabile e disumano, non degno di un paese civile - conclude il presidente Pisani- far vivere i cittadini tra veleni di questo tipo. Mi auguro che tutte le istituzioni, di ogni colore politico, vogliano fare fronte comune nella battaglia per difendere il sacrosanto diritto alla salute di tutti noi».