Rifiuti L'assessore Romano: «L'alternativa? Una discarica grande sei volte la Vitiello»

Giugliano, sì del sindaco all'inceneritore per le ecoballe

Sodano: brucerebbe per 30 anni, quell'area è già ferita
5 ottobre 2011 - Angelo Agrippa
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

Gli impianti NAPOLI— L'articolo io della legge 26 del 2010, al comma 6-bis, l'aveva già ipotizzato: «L'impianto di recupero e smaltimento dei rifiuti è realizzato, acquisita l'intesa rispettivamente con la provincia di Napoli o con la provincia di Caserta e sentiti i comuni interessati, presso un'area individuata nei territori dei comuni di Giugliano o Villa Literno». Un inceneritore per bruciare i 6 milioni di ecoballe accatastati tra Taverna del re e Villa Literno. Il vicesindaco di Napoli, Tommaso Sodano (che stamane presenterà in via Brin il nuovo sito di trasferenza) oppone il suo rifiuto: «Il costo ambientale di un inceneritore che brucia per 3o anni è un costo che quel territorio non può sostenere». Ma il sindaco di Giugliano, Giovanni Pianese, che come dice la legge dovrebbe fornire il suo assenso, non se ne fa alcun cruccio: «Io chiedo soltanto che quelle balle vengano smaltite. Poi, come e dove non è un mio problema. Sottoscrivemmo un verbale, in seguito alla promulgazione della legge 26 del 2010, con la Provincia di Napoli e quella di Caserta, i comuni di Giugliano e Villa Literno, per individuare il sito. Si parlò di Taverna del re per evitare il trasporto delle balle. Fummo tutti GIUGLIANO (o Villa Literno) ;,.. Previsto dal piano per 6 milioni di ecoballe Al ACERRA 4 1 L'unico in funzione. 1 milione di tonnellate bruciate NAPOL NAPOLI EST Previsto dal piano rifiuti Vesuvio' SALERNO IN COSTRUZIONE i d'accordo. Poi, avrebbe dovuto decidere la Regione. Ma da allora, e parlo di un anno fa, non se ne è parlato più». Oggi l'inceneritore di Giugliano rispunta dalle scartoffie, grazie alla lettera di messa in mora della Ue, nella quale si è ribadita la necessità di portare a smaltimento i 6 milioni di ecoballe. «Non possiamo continuare a pagare i fitti per i terreni — aggiunge Pianese —: i cittadini pagano due volte: per lo smaltimento che non avviene e per i fitti delle aree di stoccaggio». Un milione e seicentomila euro l'anno: tanto costano le aree di stoccaggio. Ma quei costi, al momento, sono stati accantonati «perché — dicono dalla Sap.Na, la società provinciale di Napoli per l'ambiente — vogliamo vederci chiaro sulle proprietà di quei terreni». Intanto, se il vicesindaco di Napoli, Sodano, auspica che le ecoballe vengano «tombate», dalla Regione si vuole evitare ogni polemica: «Sodano fa il vicesindaco a Napoli, non a Giugliano — si limita a sussurrare l'assessore regionale all'ambiente, Giovanni Romano — e comunque sia, il danno da emissioni in atmosfera di un termovalorizzatore è pari a un milionesimo di quello arrecato dal traffico di Napoli. Nel nostro piano regionale — spiega Romano — abbiamo indicato due soluzioni alla Ue: il termovalorizzatore di Giugliano, in sostituzione di quello di Santa Maria la Fossa, ipotesi già avallata dalla Commissione europea; e l'ipotesi di verificare se è possibile trarre dalle ecoballe, stoccate dal 2001 al 2008, un cdr di qualità, con potere calorifico elevato. Tuttavia, il processo di lavorazione produrrebbe molti scarti e lo stesso cdr oggi non ha più tanta richiesta sul mercato». E l'ipotesi di seppellire i 6 milioni di tonnellate di ecoballe? «Occorrerebbe trovare una discarica grande sei volte cava Vitiello: una buca sterminata». Dunque, non vi sarebbe alternativa a bruciare le ecoballe. Sebbene Caldo-ro abbia tenuto a precisare che «siamo disposti a discutere eventuali alternative al termovalorizzatore purché siano credibili e condivise da tutti». E le chiatte in mare aperto? «Non è quella — ribadiscono dalla Regione — la vera alternativa ai termovalorizzatori». E a ribadirlo è il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro: «Occorre procedere al più presto alla caratterizzazione dei rifiuti ed al dissequestro di parte di quelle ecoballe per poter finalmente indire una gara per la costruzione dell'impianto. Chi pensa che il termovalorizzatore non sia la strada maestra da seguire, anche in buona fede come nel caso di Sodano, produce un danno alla collettività pari a quello prodotto da chi ha dissemionato sul territorio quelle maledette eco balle».

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