Superprocura, pioggia di ricorsi I gip: siamo incompetenti

4 giugno 2008 - Leandro del Gaudio
Fonte: Il Mattino

Una raffica di eccezioni sollevate da pm e giudici dopo la nascita della Superprocura e del tribunale collegiale. È questo lo scenario degli uffici giudiziari, a pochi giorni dall’istituzione di un pool di magistrati chiamati ad indagare sul ciclo raccolta rifiuti e reati ambientali consumati sull’intero territorio regionale. I primi a sollevare eccezioni sulla propria competenza, sono stati tre giudici delle udienze preliminari, che si sono dichiarati incompetenti a trattare un fascicolo su reati ambientali. Semplice l’assunto dei tre giudici (Ciampa, Diani e Terzi): non è il gip che deve formare il tribunale collegiale per rispondere alle richieste della superprocura, ma le sezioni del tribunale. L’istanza è stata indirizzata al coordinatore del settore penale, ma anche al consiglio giudiziario e al Csm. Sul caso interviene il presidente del Tribunale Carlo Alemi: «Sulla presunta incompetenza interna dei gip ora attendiamo l’intervento del Csm, che servirà a dirimere la questione della valutazione delle richieste della Procura». Diversa invece quanto sta accadendo in Procura. Anche qui c’è un problema di interpretazione. I pm del superpool si ritengono incompetenti a trattare reati che nulla hanno a che vedere (dal loro punto di vista) con le inchieste sul ciclo raccolta rifiuti. In questi giorni a Napoli è arrivato di tutto (dai 1000 ai 1500 processi, stando alle stime dell’ufficio smistamento dell’aggiunto Cafiero De Raho): dal litigio condominiale per un giardino inquinato in zona beneventana, al traffico di olii contraffatti non lontano da Sapri. Ci sono anche processi con detenuti. Ma che c’entra con l’emergenza? Lepore probabilmente girerà le eccezioni al gip, che le spedirà in Cassazione, in quella che si preannuncia come una complessa fase di rodaggio della Superprocura. Nella sua interpretazione del decreto, lo stesso procuratore aveva chiarito quali erano i reati che dovevano entrare nella competenza. Si dovrà avere riguardo esclusivamente ai reati previsti dal decreto legislativo 152/2006 - chiarisce il Procuratore - quali l’attività di gestione di rifiuti non autorizzata; inosservanza dell’obbligo di bonifica dei siti; trasporto di rifiuti pericolosi senza il formulario; false indicazioni nella predisposizione di certificati di analisi di rifiuti ed uso di falsi certificati durante il trasporto; traffico illecito dei rifiuti; attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti».

 

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