«Ha un enorme potere economico E anche per questo non viene mai arrestato»

Ecoballe e veleni: un tesoro nelle mani della Spa di Zagaria»

Parla Spagnuolo: il vero affare milionario è interrare le scorie
3 ottobre 2011 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

«Da quanti anni stanno ammassate le balle nel casertano? Di chi sono quei pezzi di terra? Miei no, ma neanche delle persone che li tengono intestati: quelli sono solo prestanome. Quei terreni che fruttano milioni so-nodi Zagaria». Parla Oreste Spagnuolo, dal 2008 collaboratore di giustizia. Ha confessato di aver partecipato, tra l'altro, alla strage di Castelvoltumo che è costata la vita a sei ghanesi. Ha fatto parte del gruppo di fuoco di Giuseppe Setola che ha seminato il terrore in Campania tra l'aprile del 2008 e il gennaio del 2009. Arrestato il 30 settembre del 2008, dopo pochi giorni è passato dalla parte dello Stato e con la sua testimonianza ha collaborato a smantellare l'organizzazione. Per anni ha vissuto nel clan Bidognetti, dagli anni Ottanta in prima fila negli smaltimenti illegali.
Ora Spagnuolo conferma un sospetto diffuso. Dubbi alimentati dal silenzio di chi delle balle di Villa Liter no si occupa o dovrebbe occuparsi. Né la protezione civile che con un apposito gruppo di lavoro dovrebbe liquidare i debiti accumulati in 16 anni di emergenza (3 miliardi) né la Provincia di Caserta, né la società provinciale (la Gisec), né gli amministratori del consorzio di bacino, né la Fibe (tutti avario titolo coinvolti nella vicenda delle piazzole) sono disponibili a spiegare se si pagano i fitto o se sono stati pagati e chi li intasca, e se si sono concluse le procedure dl esproprio. Spagnuolo, invece, ha le idee chiare.
Perché pensa che quei terreni siano di Michele Zagaria? «Nel clan era una cosa scontata: la potenza economica di Zagaria è enorme. Il numero di ditte che fanno capo a lui non si conta. Nel settore dei rifiuti ha contato Michele Orsi, ha contato Vassallo. Ma dietro le quinte ha sempre contato infinitamente di più Zagaria».
E ora chi comanda? «Dal 2008 sono fuori del clan, non so nulla di quello che è successo dopo il mio arresto».
E fino ad allora come funzionava Il sistema? «Io non ho mai partecipato allo smaltimento dei rifiuti tossici in prima persona anche perché questo risale a circa dieci anni fa. So però che per noi si occupavano di queste cose Alessandro Cirillo, Luigi Guida e Bernardo Cirillo. Poi scese in campo Giuseppe Setola. Nel 2008, però, quando Setola evase dai domiciliari e tornò in Campania, dei rifiuti tossici e no si interessava Michele Orsi che era ci aveva portato nel circuito legale. È stato ucciso anche perché volevamo che gli appalti che era riuscito attraverso di noi passassero a "Fusone", e cioè a Luigi Ferraro, così da poterli gestire direttamente noi».
I clan c'entrano con l'emergenza infinita? «Ovvio. Anche da noi sarebbe possibile fare quello che si fa in tutte le altre regioni. Si potrebbero fare i termovalorizzatori, si potrebbero aprire le discariche, si potrebbe incrementare la differenziata. Ma non si fa».
Perché? Cosa c'entrano i clan? «Non guardiamo solo la munnezza perché dietro i sacchetti si nasconde tutto il resto. Dietro la munnezza si nasconde il rifiuto tossico che è denaro vivo. In quel caso non si parla più di centomila, duecentomila euro. Si comincia a parlare di milioni di euro perché il materiale tossico non lo smaltisce nessuno. Chi lo smaltisce? Noi. Perché? Perché apriamo il fosso e lo buttiamo dentro».
Così semplice? «No. Faccio un esempio. Si accumulano i rifiuti per strada, arriva il politico di turno e la fa togliere. E li manda a Castelvolturno, li manda a Giugliano, li manda a Villa Litemo. E così finisce nei terreni del clan. E in quelli di Zagaria che ha un enorme potere economico. E anche per questo non viene mai arrestato. Io sono stato estorsore, killer. Ma quello di Zagaria è un altro mondo, un altro livello, la sua è una Spa che non finisce mai».

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