Rifiuti, panico per l'aviso UE

2 ottobre 2011 - Adriana Pollice
Fonte: Il Manifesto

L'immagine dell'Italia in Europa viaggia sempre più a vele spiegate. La settimana appena conclusa ha visto l'apertura di sei procedure di infrazione da parte della Commissione Ue, una di queste riguarda i rifiuti campani. «Progressi insufficienti» recita il comunicato che anticipa la lettera ufficiale di costituzione in mora. Bruxelles dà ancora due mesi di tempo per dare risposte specifiche prima di decidere per le sanzioni economiche, che potrebbero tramutarsi in una multa calcolata su ogni giorno di inadempienza. «Considerando che l'Italia è un grande paese - ha spiegato Joe Hennon, portavoce del commissario all'Ambiente Janez Potocnik - l'ordine di grandezza ipotetico sarebbe di numerosi milioni di euro». Le istantanee della crisi terminata la scorsa estate ha fatto salire di nuovo l'allarme per l'ambiente e la salute: «Abbiamo visto le immagini alla televisione - prosegue Hennon - con montagne di spazzatura a Napoli. Sei milioni di tonnellate di rifiuti devono ancora essere smaltite. Siamo stati morbidi con le autorità italiane: ora è il tempo di agire». I 145,5 milioni di euro bloccati dalla Commissione europea restano quindi congelati fino quando «il piano sarà effettivamente conforme alle norme Ue». Un progetto che deve entrare a regime subito e non nel 2013-2014. Siamo il Paese con il maggior numero di procedure di infrazione alle normative ambientali, 44 in totale, in ogni segmento della legislazione europea in materia. I richiami sono gli stessi dal 2008: mancanza di impianti, di un piano integrato credibile, circa 6 milioni di tonnellate di ecoballe che non si sa ancora come smaltire.
Piani molto vaghi Panico tra le autorità locali che alla fine hanno diramato un comunicato congiunto: «Regione, provincia e comune hanno deciso di chiedere un incontro al Commissario europeo all'Ambiente, al fine di indicare soluzioni condivise» cioè presentarsi a Bruxelles con un cronoprogramma comune. Una cosa che fino adesso non si è mai vista in Campania. Tra gennaio e giugno di quest'anno le autorità italiane hanno presentato varie bozze di piani di gestione, tutti a base di discariche e inceneritori, tutti giudicati vaghi e poco credibili nella tempistica. Il vicesindaco di Napoli, Tommaso Sodano, è tornato a criticare l'esecutivo Caldoro anche in settimana: «Abbiamo sempre espresso ferma contrarietà al piano rifiuti presentato dalla regione, tanto che nel mese di agosto abbiamo inviato alla stessa regione un dossier di osservazioni critiche di ben 18 pagine». Il piano, secondo Palazzo San Giacomo, è incapace di rispondere alle richieste dell'Ue non prevedendo immediate soluzioni e proponendo unicamente l'utilizzo di inceneritori, «sovradimensionati rispetto alle necessità e il cui avvio non potrebbe esserci prima del 2016». Il comune chiede da giugno di gestire in proprio le risorse Ue per il trattamento meccanico manuale, compostaggio e porta a porta. Ma Stefano Caldoro insiste: «Dobbiamo chiudere l'iter relativo ai termovalorizzatori. E resta la questione più delicata relativa alle discariche che sono una priorità». Cronoprogramma comune non pervenuto.

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