Il Tar: rifiuti campani ok Si riparte per la Puglia
Tra una decina di giorni il bando di gara per un «impianto di digestione anaerobica» a Giugliano
NAPOLI — «Nelle prossime ore riprenderanno i conferimenti della frazione umida in Puglia, a dimostrazione che i nostri rifiuti sono certificati e qualificati». Dalla società ambientale della Provincia di Napoli, Sap.Na., quasi si esulta. Il Tar della Puglia, sezione di Lecce, si è pronunciato a favore della sospensiva del provvedimento della Regione Puglia con il quale la giunta Vendola aveva di fatto bloccato l'attività della discarica di Taranto, nella quale venivano destinati i rifiuti campani, perché ritenuti «non conformi alla legge». Il ricorso è stato proposto dalla Italcave, la società che gestisce gli impianti, che ha, tra l'altro, ottemperato alle prescrizioni contenute nella diffida dell'assessore regionale Lorenzo Ni-castro ad «effettuare le indagini analitiche» per la classificazione dei rifiuti provenienti dalla Campania. Seicento tonnellate al giorno di frazione umida che, dalle prossime ore, ripartiranno per Taranto, liberando gli stir. Intanto, dopo le scintille delle ultime ore, ieri il governatore Stefano Cal-doro e il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, hanno ritenuto necessario, alla luce della scadenza di due mesi imposta dalla Ue per recuperare il tempo perduto, di incontrarsi per imprimere un'accelerazione alla realizzazione dell'impiantistica. Dopo un primo chiarimento in piazza Garibaldi, in attesa dell'arrivo del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, i due si sono dati appuntamento nella tarda mattinata a palazzo San Giacomo: «Regione, Provincia e Comune — è scritto in una nota congiunta stesa al termine dell'incontro — hanno deciso di chiedere un incontro al commissario europeo all'ambiente, Janez Potonik, al fine di indicare soluzioni condivise volte ad evitare le sanzioni ed ottenere lo sblocco dei fondi comunitari necessari anche per il completamento dell'impiantistica». Insomma, si è deciso di mettere da parte le polemiche e di convergere su una strategia unitaria, aAnche se, riferisce il Velino, l'amministrazione comunale partenopea ha proposto ricorso al Tar della Campania contro il provvedimento con il quale la Provincia di Napoli ha chiesto di incassare gli importi della Tarsu. Insomma, il Comune non vuole trasferire i fondi alla Provincia «ritenendo tale provvedimento lesivo degli interessi del Comune di Napoli» e pertanto ritiene «opportuno proporre ricorso al Tar Campania per chiedere l'annullamento dello stesso, demandando all'Avvocatura municipale di tutelare gli interessi dell'ente». Intanto, tornando ai nodi da sciogliere per evitare la sanzione della Ue, su cosa puntano Comune, Provincia e Regione per persuadere il commissario europeo all'ambiente? Tra una decina di giorni —spiegano dalla Provincia di Napoli — sarà pubblicato il bando di gara per la costruzione dell'impianto di digestione anaerobica da allocare su un'area di due ettari a Giugliano. Mentre nelle ultime ore è scaduto il termine entro il quale i sindaci dell'area vesuviana e di quella nolana avrebbero dovuto presentare le indicazioni dei siti dove aprire discariche comprensoriali e attivare gli impianti di compostaggio. Forse ben poca cosa rispetto alle tappe importanti indicate dal piano della Regione per mettersi alle spalle, definitivamente, l'emergenza rifiuti.