L'assessore regionale all'ambiente Giovanni Romano «I veri bocciati? Giggino e vice Giggino»
NAPOLI — Assessore Romano, ci sono due mesi per recuperare ciò che non si è fatto. Come pensate di far cambiare idea alla Ue? «Occorre chiederlo a chi, finora, non ha fatto nulla. La lettera della Commissione, infatti, come dice il presidente Caldoro, conferma in tutto il nostro piano regionale dei rifiuti. Io posso dirle, piuttosto, ciò che non bisogna fare».
Cioè? «Non bisogna fare i fanfaroni, annunciando cose che non si realizzano come i bastimenti carichi di monnezza pronti a salpare per terre conosciute, ma dove nessuno sa nulla dei nostri rifiuti. Non bisogna promettere di ripulire Napoli in cinque giorni se poi non si riesce a farlo. Non è necessario divulgare menzogne come hanno fatto Giggino e vice Giggino, come Dagospia chiama il sindaco e il vicesindaco di Napoli, affermando il contrario di quanto contenuto nella lettera del commissario europeo per l'ambiente. Infine, non bisogna farsi prendere la mano dai furori ideologici e dalle farneticazioni, ma rimboccarsi le maniche e lavorare sodo. Occorre umiltà».
E le colpe della Regione? «La parte che ci competeva è stata assolta. La lettera della Ue fa riferimento alla novità del nostro piano regionale rifiuti: alla sua efficacia, al giusto dimensionamento dell'impiantistica che abbiamo previsto. La Ue approva — ripeto: approva — i termovalorizzatori. E boccia, nei fatti, chi vuole illudere la gente dicendo di portare la differenziata al 70%o entro fine anno. Ora mi chiedo, e chiedo a Giggino e a vice Giggino, di quale fine anno parlavano quando annunciavano queste percentuali di differenziata? Così si finisce per gettare discredito sulle istituzioni».
Mi scusi, il vicesindaco Sodano fa riferimento a direttive Ue che prescrivono limitate porzioni di rifiuti da bruciare per recuperare energia. Mentre lei programma un sistema interamente centrato sulla termovalorizzazione, incompatibile con quanto dice la Ue. «Allora, perché la Ue non mette in mora mezza Europa? Perché non avvia una procedura di infrazione contro la Danimarca che brucia il 55% di talquale che produce? Perché non sanziona i paesi continentali più evoluti nelle politiche ambientali che inceneriscono più della metà dei rifiuti che producono? Sodano mi risponda su questo».
Insomma, la colpa è tutta del Comune di Napoli? «No di certo, anche delle Province che non provvedono a realizzare le discariche, a cominciare da quelle di Napoli e Salerno. Ma pure dei Comuni che dovrebbero assicurare una differenziata al 50% per fine anno, altrimenti incorreranno in sanzioni, e dovrebbero realizzare siti di trasferenza e di stoccaggio, oltre che collaborare con le Province per individuare i siti per discariche».
Occorrono nuove discariche altrimenti tornerà la crisi del 2008. Perché non si è fatto nulla? «La lettera della Ue mette in mora l'intera filiera istituzionale. Ma io sento di dire che è soprattutto un atto di accusa contro chi, per esempio, dice menzogne accreditando soluzioni alternative come gli impianti a freddo. Mi chiedo: perché tutta questa attenzione per gli impianti a freddo? Si ha un interesse specifico ad acquistarli? E come si pensa di acquistarli, con gare ad evidenza pubblica o no?».
Che fa, insinua sospetti? «No, si figuri. Se fosse presentato un piano con impianti a freddo, allora sì che la Ue si allarmerebbe. Insomma, mi domando per quale motivo irrompe sulla scena dell'emergenza un'attività di interdizione che danneggia il programma che la Ue ci ha approvato. Davvero non lo capisco».
L'amministrazione di Napoli vorrebbe avviare trattative in autonomia per risolvere il problema dei rifiuti. Non ritiene possa essere anche questa una strada risolutiva? «Napoli non è una repubblica separata, è uno dei 551 comuni della Campania e ha la stessa dignità istituzionale di Serramezzano, il più piccolo comune salernitano. Abbiamo inviato tre lettere al Comune di Napoli per avere la rendicontazione sul 20% delle spese sostenute per la differenziata, ma non abbiamo ricevuto nulla. E da un anno che abbiamo in cassa 8 milioni di euro per la differenziata a Napoli, ma nessuno, da palazzo San Giacomo, si è ancora fatto avanti. Qualcuno mi può spiegare il perché?».