L'Ue: sui rifiuti troppi ritardi, svolta o sanzioni

Ultimatum all'Italia: due mesi per intervenire o scatta il deferimento alla Corte europea
30 settembre 2011 - Cristina Marconi
Fonte: Il Mattino

BRUXELLES. Piani troppo vaghi e confusi, sia per quanto riguarda la definizione di una tabella di marcia, sia sul fronte della costruzione delle infrastrutture per lo smaltimento e la gestione dei rifiuti a Napoli. Per questo motivo la Commissione europea ha aperto una nuova procedura d'infrazione contro l'Italia, inviando al governo una «lettera di messa in mora», termine burocratico comunitario che sta ad indicare la missiva in cui Bruxelles esprime la propria preoccupazione ad uno Stato membro per una sua politica o, come in questo caso, per l'assenza di politiche adeguate. Ma quello aperto ieri non è un dossier normale, bensì una procedura per inadempimento della sentenza della Corte di Giustizia europea del 4 marzo 2010 - giunta al termine della prima procedura d'infrazione aperta nel giugno del 2007 - in cui si lamentava la mancanza di un piano credibile per la gestione dei rifiuti in Campania. L'Italia avrà solo due mesi per rispondere alle obiezioni mosse, dopodiché la Commissione dovrà decidere se adire o meno perla seconda volta la Corte di Lussemburgo, chiedendo che vengano applicate delle sanzioni calcolate in base al Pil del paese e alla durata dell'infrazione. «Le autorità italiane possono ancora fare qualcosa, ma riesce difficile immaginare come si possa realizzare in due mesi quello che non è stato fatto in tanti anni», osserva una fonte comunitaria, aggiungendo che le autorità dovrebbero procedere in tempi record «alla raccolta differenziata e alla creazione di siti di compostaggio, oltre al fatto che i piani per gli inceneritori prevedono che saranno completati nel 2014 e quelli per le discariche non hanno neppure un termine. Per non parlare delle ecoballe, che ancora devono trovare una destinazione. L'Italia deve essere realistica, deve agire, sennò si andrà alla Corte, è inevitabile». Nel comunicato in cui annuncia la sua decisione, la Commissione «esorta l'Italia a trovare delle soluzioni efficaci sia a breve che a lungo termine» per la Campania, «soggetta a ripetute crisi dei rifiuti», chiedendo di rispettare finalmente la sentenza della Corte Ue. «La crisi dei rifiuti a Napoli e nelle aree circostanti è fonte di particolare preoccupazione, poiché mette a repentaglio già da molti anni la salute umana e l'ambiente», mette in evi-denza il comunicato. Qualche passo avanti, concede la Commissione, è stato fatto, ma la regione «ancora non ha una rete adeguata di impianti di gestione dei rifiuti», oltre al fatto che la raccolta non funziona in molte parti della regione e ci sono 6 milioni di tonnellate di balle ancora senza una destinazione precisa. «Tra il gennaio e il giugno del 2011, le autorità italiane hanno presentato varie bozze di piano di gestione dei rifiuti», ricorda Bnixelles, aggiungendo che «la valutazione fatta mostra che una grande maggioranza di questi impianti previsti sono ancora lontani dall'essere stati costruiti e che le tabelle di marcia fornite dalle autorità italiane sono spesso troppo vaghe». Infine, a mancare sono anche le misure transitorie per gestire la situazione in attesa che gli impianti vedano la luce, come ad esempio l'invio dei rifiuti pervia marittima in altre regioni. Tre eurodeputati del Pdl, Crescenzio Rivellini, Potito Salatto e Sergio Silvestris, hanno lanciato un appello al sindaco Luigi De Magi-stris, chiedendo «di spogliarsi dai panni del «Er più» e casomai di «copiare» la tecnologia che in tutte le città più avanzate del Mondo viene applicata per il bene pubblico (raccolta differenziata e termovalorizzatori)». Le regole Lettera di messa in mora: inattuate le disposizioni della Corte di giustizia

Le tappe della vicenda

27 GIUGNO 2007 La Commissiono europea avvia una proceduar d'Infrazione contro l'Italia per la 'cronica crisi' dei rifiuti che colpisce Napoli e la Campania
LE ACCUSE Mancata applicazione della direttiva europea sul rifiuti: impunti per lo smaltimento inadeguati e grossi rischi pe salute e ambiAENTE

30 GENNAIO 2008 Nuovo richiamo: I Italia ha 30 giorni per risolvere la crisi e proporre una soluzione a medio e lungo termine

4 MARZO 2008 Risposta dell'Italia, ma per la Commissione gli impegni presi non sono sufficienti

6 MAGGIO 2008 La Commissione dà il via libera al deferimento dell'Italia davanti alla Corto di giustizia

4 MARZO 2010 La Corte condanna l'Italia: confermato il blocco dei fondi e il ritorno del caso relle mani della Commissione europea

5 OTTOBRE 2010 Inviati a Bruxelles i documenti che dovrebbero dimostrare come la Regione si è messa In regola

29 GIUGNO 2011 Nuovo monito Ue: 'Necessario acota'e r.n nuovo plano dl gestione dei Rifiuti'

IERI La Commissione invia all'Italia una lettera di messa in mora

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