Rifiuti, la Ue formalizza la 'tirata d'orecchie'
NAPOLI - Impianti insufficienti per non dire inesistenti, 6 milioni di tonnellate di vecchie balle di rifiuti ancora depositate in discariche temporanee in attesa di un definitivo smaltimento o recupero, piani e bozze di piani di gestione presentati dalle autorità del Belpaese, inadeguati e nella stragrande maggioranza delle istallazioni previste lungi dall'essere realizzate. Un giudizio impietoso quello della Commissione Ambiente della Ue che ha spedito ieri al governo italiano la lettera di richiamo per la mancata esecuzione della sentenza della Corte europea di giustizia del marzo 2010 in merito all'emergenza rifiuti napoletana. La messa in mora costituisce il primo atto della nuova procedura di infrazione, che, in mancanza di risposte adeguate da parte dell'Italia, potrebbe approdare a una seconda sentenza della Corte, accompagnata da pesantissime multe pecunarie giornaliere, per ogni giorno di permanenza dello stato di infrazione. Joe Hennon, portavoce del commissario europeo all'Ambiente, Janez Potocnic, ha spiegato che, "nonostante diversi piani sottoposti dalle autorità italiane alla Commissione, pochissimo è stato fatto in questi 18 mesi (dalla sentenza della Corte, ndr) per migliorare la situazione. C'è bisogno di un programma molto più specifico e di uno scadenzario con tempi molto più brevi" per affrontare e risolvere il problema, ha sottolineato Hennon, precisando che l'Italia ha ora "due mesi di tempo per rispondere" alla messa in mora della Commissione. Il portavoce, tanto per essere ancora più chiaro circa le motivazioni del provvedimento ha ricordato che "ci sono ancora 6 milioni di tonnellate di rifiuti da smaltire" della crisi precedente e "le immagini viste da tutti in tv questa estate" sulle condizioni di degrado e pericolo per la salute dei cittadini in cui versano Napoli e la Campania, ne sono una dimostrazione inequivocabile. Non c'è più tempo, insomma, per traccheggiare e mettere la polvere sotto il tappeto. L'avvertimento, da questo punto di vista, è stato preciso. "Questo è il nostro ultimo avvertimento prima di ricorrere alla Corte di giustizia" contro l'Italia, ha incalzato Hennon, specificando che le multe giornaliere, le quali comunque devono essere decise dalla Corte, sarebbero proporzionali al Pil, alla gravità dell'infrazione e alla durata dello stato di violazione al diritto comunitario. "Ciò che abbiamo visto finora non è abbastanza, dobbiamo vedere risultati a breve termine", ha concluso perentorio il portavoce. A questo punto non resta che da rimboccarsi le maniche e cercare, nei due mesi che restano prima di incorrere nelle sanzioni, a dare un segnale di riscossa che, ahinoi, putroppo, sembra al momento lontano da venire. Palazzo Chigi, infatti, sembra non sapere a questo punto che pesci prendere, trincerandosi dietro il fatto che le raccomandazioni della Ue risalgono al 2008 e che nel frattempo la situazione sul campo è cambiata, mentre in realtà la possibilità di una nuova crisi e dietro l'angolo. Permangono difficoltà per il conferimento in discarica della spazzatura prodotta nel capoluogo, il governatore della Campania al proposito ha dovuto emanare ben cinque ordinanze, conte-statissime, per utilizzare i siti che insistono nelle altre province della regione ormai esaurite, mentre le famose navi dirette in Olanda per il trasferimento negli inceneritori del Paese dei tulipani sono impossibilitate a salpare perchè, tranne qualche abboccamento con le società interessate al business, le pratiche sono per ora ferme al pour parler. E appare debole, la convinzione del Comune di Napoli, di risolvere il problema con la sola raccolta differenziata spinta' la quale ha bisogno di ingenti finanziamenti che non arrivano e in contrasto, tra l'altro, con il piano regionale presentato dall'assessorato competente di Palazzo Sanrta Lucia che prevede la costruzione di almeno un altro termovalorizzatore, oltre quello di Acerra, nella zona orientale di Napoli. Intanto, i sacchetti neri', stanno nuovamente conquistando lo spazio sui marciapiedi che, con tanta fatica, si era riusciti a liberare.