L'Ue contro l'Italia per i rifiuti di Napoli
Tra gli altri dossier l'efficienza energetica_ e i prodotti finanziari commerciati online Restano tre mesi per convincere Bruxelles Il ministro Bemini: «Ci sono passi in avanti»
BRUXELLES Sei cartellini gialli in un solo giorno così anche questa volta, nel periodico rapporto della Commissione sul rispetto del diritto comunitario, le caselle più affollate sono alla voce «Italia». Il conteggio dice che, nonostante qualche evidente progresso, esso, un passato di disordine e superficialità regala al Bel Paese il primato di inadempienza quanto a norme non recepite o violate. Siamo leader con 176 procedure di infrazione, alcune delle quali belle pesanti, come quella che rischia di portarci in Corte di Giustizia perché non si è fatto abbastanza per i rifiuti a Napoli. «E' passato troppo tempo e i risultati sono stati troppo pochi», è il verdetto di Bruxelles, che «chiede una soluzione rapida e duratura». Sennò, nulla ci salverà da una salatissima multa. La natura delle mancanze è sorprendentemente orizzontale. Ieri ci hanno rinfacciato di non aver recepito la clausola della direttiva sulla vendita online dei servizi finanziari (le assicurazioni, ad esempio), che impone agli Stati di garantire ai consumatori la possibilità di restituire il prodotto entro 14 giorni dall'acquisto. Non è stata applicata pienamente nemmeno la legislazione in materia di efficienza energetica, per ridurre le emissioni di Cot degli edifici (condizionatori ecoefficienti, per dirne una). Non si è intervenuto per mettere a norma le dimensioni delle reti da posta derivanti nel Mediterraneo, le spa-dare per intenderci. Certo ogni Paese ha i suoi crucci, ma il primato di Roma è tanto vecchio quanto seccante. La mondezza partenopea rende il dossier ancora più tragico. L'Italia è già stata condannata nel 2010 e, no- nostante ciò, la Commissione nota che «la regione Campania manca ancora di una rete adeguata di installazioni per la gestione dei rifiuti». La sua analisi è che «circa 6 milioni di tonnellate di ecoballe di rifiuti sono ancora depositate in discariche temporanee in attesa di un definitivo smaltimento o recupero». Roba il cui smaltimento può richiedere oltre dieci anni. Il portavo- ce del responsabile per l'Ambiente Janez Potocnik riferisce di «numerosi incontri e molte bozze di progetti ricevuti, nessuna delle quali abbastanza specifica e strutturale». Alla fine, ammette, «siamo preoccupati per la popolazione campana». L'Italia ha due mesi per dimostrare che Bruxelles si sbaglia. In caso contrario si troverà perla seconda volta davanti alla Corte, dove rischia una sanzione pecuniaria «da parecchi milioni». Ma il il ministro per le Politiche Europee, Anna Maria Bernini, non appare eccessivamente preoccupato. «La decisione della Commissione non è un capolavoro di tempestività - ha ,detto ieri a Bruxelles - anche perché si basa su una nostra comunicazione del 7 giugno». Da allora, ha aaggiunto l'esponente del Pdl, «abbiamo fatto dei passi in avanti, la differenziata funziona e così pure la gestione dei rifiuti». Risulta che Roma abbia chiesto un confronto nei giorni scorsi e che Bruxelles non glielo abbia accordato. C'è chi pensa che si tratti di un problema di credibilità. «Non c'era una data buona per tutti», concede la Ber-nini. II prossimo passo è per evitare il peggio. «In due mesi non faremo miracoli per convincere la Commissione, però dobbiamo presentarci con un approccio serio, unanime e condiviso», assicura la Bernini. Per la quale, è anche importante riformare la legge comunitaria, l'omnibus La Pergola/Buttiglione con cui l'Italia recepisce a pacchi le disposizioni comunitarie. «I tempi sono lunghi», sottolinea l'esponente del governo, facendo capire che il cantiere è aperto. In effetti, per quanto riguarda il solo mercato unico, l'Italia è uno dei due Paesi che hanno migliorato la performance. Buona notizia, senz'altro. Però, in questa particolare categoria abbiamo 79 procedure aperte, oltre il doppio della media Ue. Chiaro che c'è poco da fare festa.