La Commissione chiede nuove discariche, tre inceneritori, incrementare la differenziata e l'export fuori regione

Rifiuti in Campania la Ue ci mette in mora

«Risultati insufrienti». Entro due mesi «azioni precise», altrimenti scattano le multe
30 settembre 2011 - Antonio Maria Mira
Fonte: Avvenire

ROMA E' un vero e proprio "ultimatum" quello lanciato ieri dalla Commissione europea all'Italia affinché ponga fine, «con azioni precise e in tempi brevi», all'emergenza rifiuti a Napoli. Dopo vari annunci Bruxelles ha rotto gli indugi, decidendo di inviare a Roma un lettera di messa in mora. Ora Governo, Regione e Comune hanno solo due mesi di tempo per dimostrare che possono farcela. In caso contrario l'Italia finirebbe inevitabilmente sotto la "ghigliottina" della Corte di giustizia dell'Ue e la condanna sarebbe accompagna da pesanti ammende. Ma la giornata sul fronte europeo è davvero nera per l'Italia che si becca altri cinque secchi richiami dalla Ue. In primo luogo per le "spadare", le grandi reti da posta "derivanti" per la pesca del pescespada come del tonno rosso (vietate in Europa dal 1992), ancora utilizzate malgrado una prima Gonna della Corte di giustizia europea del 2009. Poi sul sistema di sicurezza dei trasporti su strada, quelli sui Tir (tempi di guida e strumenti di controllo). Quindi sull'efficienza energetica degli e- difici per ridurre le emissioni di CO2 (gli edifici sono responsabili de140% dei consumi di energia e del 36% delle emissioni di CO2 della Ue). E ancora sul mancato rispetto delle norme in materia di appalti pubblici. E infine per non aver attuato adeguatamente nella legislazione nazionale la direttiva Ue sulla commercializzazione a distanza di servizi finanziari ai consumatori. Ma sicuramente è il tema rifiuti quello più scottante. E che va avanti da tempo. Diciotto mesi fa i giudici europei hanno condannato l'Italia per non aver istituito in Campania «un sistema integrato adeguato per la gestione dei rifiuti», e Bruxelles ritiene che - nonostante la situazione sia in qualche modo migliorata - quella sentenza non sia stata adeguatamente applicata. Anzi, constata «che apparentemente sono state prese ben poche misure, comprese le spedizioni, per garantire una regolare gestione dei rifiuti fino a quando entreranno in funzione gli impianti previsti». Nella sua lettera la Commissione europea sottolinea che, in attesa dei nuovi termovalorizzatori, «occorre urgentemente fare in modo che quanti più rifiuti possibile siano inviati a smaltimento o recupero in altre Regioni italiane o in altri Paesi». Cosa che al momento non sta accadendo. Dunque per Bruxelles in Campania «i risultati non sono ancora sufficienti». Bisogna quindi «aumentare la capacità delle discariche presenti, realizzarne delle nuove, aggiungere tre inceneritori a quello già esistente di Acerra e incrementare la raccolta differenziata e il riciclo». La capacità residua stimata delle discariche, a febbraio 2011, era di 1.300.000 tonnellate, ridotta, però, per problemi tecnici e giuridici, a circa 600mila. Tra gennaio e giugno le autorità italiane hanno presentato varie bozze di piani di gestione dei rifiuti che però non hanno convinto la Commissione in quanto - dice - «una grande maggioranza delle installazioni sono lungi essere realizzate e la tempistica incata è spesso troppo vaga». E non dimentica «i circa sei milioni di tonnellate di balle di rifiuti ancora depositate in discariche provvisorie in attesa di un definitivo smaltimento o recupero»: le famose e "famigerate" ecoballe. Certo, ricorda la Ue, i piani regionali prevedono un impianto specifico ma ancora non è stato costruito e, comunque, anche dopo la sua realizzazione, occorreranno dai 12 ai 15 anni per eliminare l'intero quantitativo. «La commissione ha tenuto conto di dati che non sono più attuali - si difende il ministro per le Politiche Europee Anna Maria Bernini -. I contenuti della lettera non attengono alla situazione attuale ma a quella del 7 giugno, da allora il piano ha cominciato a funzionare». Ma nel frattempo tra regione Campania e comune di Napoli è uno scaricabarile sulle responsabilità.

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