«Colpa di chi non ha fatto discariche e siti»

«C'è chi promette interventi che poi non partono mai, come i bastimenti carichi di immondizia e la differenziata. Non saranno le parole e gli annunci a convincere positivamente i commissari di Bruxelles»
28 settembre 2011 - Mariano Rotondo
Fonte: Roma

NAPOLI. Sulla nuova mannaia calata sulla città, la regione e l'Italia da parte dell'Unione Europea non è ancora possibile esprimersi. Manca, infatti, ancora il testo della lettera che annuncia la messa in mora. Intanto, l'assessore regionale all'Ambiente, Giovanni Romano, prova a spiegare quali possono essere i punti contestati da Bruxelles.
Assessore, questa dei rifiuti continuano ad essere una brutta gatta da pelare, cosa può essere successo adesso? «Naturalmente non abbiamo ancora certezze fin quando non ci sarà un atto ufficiale, ma secondo quanto ci era stato contestato nell'ultimo intervento erano due i punto contestati dall'Ue. Si trattata dell'ordine pubblico che al momento mi sembra un allarme rientrato e l'ordinarietà del ciclo di smaltimento su cui invece ci sono tuttora problemi che i commissari continentali hanno notato».
Di chi sono le responsabilità in questo senso? «Per parlare di un ciclo di smaltimento regolare è necessario avere gli impianti adatti. Credo che la colpa sia da ricercare tra chi ha il compito di realizzare i dispositivi finali come discariche, termovalorizzatori e siti di compostaggio. Noi ci siamo messi all'opera anche se non si tratta di una nostra precisa competenza. I termovalorizzatori sono a buon punto, ma per le discariche e gli altri siti si sta muovendo poco. Bruxelles non si lascia convincere positivamente dagli annunci e dalle parole a riguardo dei bastimenti carichi di rifiuti che devono partire e sull'espansione della differenziata a Napoli. Oggi la Campania ha raggiunto il 37% e se non fosse per il capoluogo saremmo messi ancora meglio».
Secondo lei i commissari europei non sono stati troppo duri... «No, perché mi metto nei panni di chi guarda la situazione dell'esterno e che per certi versi non vede progressi tali da poter restare tranquilli e che evitino certamente ulteriori crisi. Ripeto le parole possono persuadere i cittadini ma non l'Unione Europea».

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