Il commissario Potocnik invierà una lettera di contestazioni al governo

Disastro rifiuti, scatta l'infrazione Ue: stop ai fondi

Caos smaltimento, linea dura dell'Europa. Italia messa in mora, due mesi per evitare la maxi-multa
28 settembre 2011 - Cristina Marconi
Fonte: Il Mattino

BRUXELLES. La Commissione europea non ha dimenticato l'emergenza, le emergenze che si sono verificate nel tempo a Napoli sul fronte della raccolta dei rifiuti e, anche se la situazione è migliorata, si prepara ad andare avanti con la procedura d'infrazione. Come promesso prima dell'estate, giovedì prossimo, il 29 settembre, il commissario Ue per l'Ambiente, lanez Potocnik invierà al governo italiano una lettera di messa in mora, ossia l'ultimo passo prima di un deferimento alla Corte di Giustizia europea e di eventuali sanzioni economiche, per non aver rispettato la prima sentenza dei giudici lussemburghesi, del marzo del 2010. «La Commissione riavvierà una procedura d'infrazione contro l'Italia per quanto riguarda la situazione dei rifiuti in Campania», sottolinea una fonte comunitaria, aggiungendo che «l'Italia avrà due mesi per rispondere e, se la risposta non sarà soddisfacente, andremo alla Corte perla seconda volta e chiederemo che vengano imposte delle multe». La vicenda dei rifiuti campani ha origini ormai lontane nel tempo, con la prima procedura d'infrazione avviata il 27 giugno 2007 e, negli anni, una serie infinita di lettere, dichiarazioni pubbliche, minacce per tentare di ottenere dalle autorità italiane una soluzione durevole e credibile al problema dello smaltimento dell'immondizia. Soluzione che non è arrivata neanche dopo che il 4 marzo del 2010 la Corte di Giustizia di Lussemburgo ha stabilito che «l'Italia ha violato la legislazione europea per non aver saputo organizzare, in Campania, una rete di impianti sufficienti ad assicurare lo smaltimento del i rifiuti urbani in modo da non danneggiare la salute umana e l'ambiente». Tanto che nel giugno scorso, quando l'aria di Napoli era di nuovo irrespirabile, il commissario sloveno ha emesso un comunicato dai toni durissimi, dicendosi «preoccupato in merito al fatto che sia stato realizzato così poco, sempre che qualcosa sia stato realizzato, dal 2007 ad oggi» e lasciando sciando intendere che una procedura per inadempimento della sentenza di Lusformale semburgo fosse ormai inevitabile. Nonostante la determinazione di Bruxelles, ci vorrà del tempo prima che si arrivi al punto in cui il governo dovrà pagare delle multe. Oltre ai due mesi concessi all'Italia per la risposta, che dovrà quindi arrivare a fine novembre o inizio dicembre, ci vorrà del tempo per analizzarla e, anche nel caso che l'esecutivo comunitario decidesse di adire la Corte, una eventuale condanna non arriverebbe prima di due o tre anni. Le multe, in quel caso, sarebbero pesanti e retroattive, calcolate in base al pii italiano e alla durata effettiva dell'infrazione e, in termini di danni economici, andrebbero a sommarsi al blocco di 145 milioni di euro di fondi Por e Fas perla Campania deciso dalla Commissione all'epoca dell'apertura della procedura d'infrazione nel 2007. A Bruxelles c'è scetticismo sul fatto che questo dossier possa risolversi per il meglio, anche perché il fatto di non essere riusciti a trovare una soluzione credibile in quattro anni non è incoraggiante per il futuro. L'eurodeputata del Pdl Erminia Mazzoni ha dichiarato che «lo stop all'impianto di Napoli e la mancata conferma dei siti individuati per supportare il ciclo della raccolta e dello smaltimento hanno riportato al punto di partenza la laboriosa trattativa con il Commissario all'ambiente», mentreAndrea Cozzolino, del Pdl, ha annunciato che presenterò un'interrogazione urgente alla Commissione «per chiedere chiarezza su quali sono i punti inderogabili» da rispettare «per evitare di incappare ogni sei mesi in conclamate infrazioni, con relativa perdita di risorse».

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