Nuova mazzata, aumenta la Tarsu è colpa dei «viaggi della monnezza»
L'incremento della tariffa di smaltimento decisa dalla Provincia provocherà un aumento della Tarsu per il 2010 del 3,75 per cento e per il 2011 dello 0,8 per cento. E i napoletani saranno chiamati a pagare sui ruoli del 2011 anche gli arretrati dell'anno precedente. Per un appartamento di 100 metri quadri (circa 400 euro all'anno) l'incremento sarà di circa 18 euro all'anno. L'amministrazione comunale ha deliberato l'incremento lunedì scorso: un atto dovuto visto che entro il 30 settembre dovrà consegnare alla Provincia l'elenco dei contribuenti, come prevede la legge. Dal prossimo anno, infatti, dovrebbe essere piazza Matteotti a gestire i proventi della tassa e il servizio di raccolta. Il condizionale è d'obbligo visto che il governo ha promesso lo scioglimento di tutte le amministrazioni provinciali e che l'Anci, associazione dei Comuni, si sta battendo perché le competenze restino ai sindaci. Quello che a fine settimana dovrebbe essere trasferito potrebbe essere restituito in tempi brevi. Intanto la giunta di Cesaro ha appaltato il servizio di riscossione a due imprese consociate: Equi-talia e Ottogas. Insomma il caos. In questa situazione una sola cosa è certa: i napoletani pagheranno di più. Anche perché il Tar ha respinto nei mesi scorsi il ricorso presentato a suo tempo dalla giunta Iervolino contro l'incremento della tariffa deciso dall'amministrazio-ne provinciale. 1112 novembre del 2010 piazza Matteotti ha portato la cifra che i Comuni devono pagare per smaltire i rifiuti da 99,64 euro a tonnellata a 108,72 euro passando nel 2011 a 112,23 per cento. Il Comune di Napoli dovrà pagare quindi non più 41 milioni, ma 49. Un incremento dovuto anche alla scelta di trasferire la spazzatura fuori regione. Visto che nessun Comune era disponile a ospitare le discariche e che le altre Province Campane hanno risposto no alla richiesta di trasferimento presso i propri siti, piazza Matteotti ha deciso di portare la spazzatura fuori regione spendendo tra i 150 e i 200 euro a tonnellata. Una decisione che ha provocato una serie di ricadute anche politiche. La scelta infatti è stata fortemente contestata dalla Lega: ancora ieri il governatore Zaia ha ribadito che in Veneto la spazzatura campana non deve arrivare. E questo anche se i gestori degli impianti si sono dichiarati pronti a prenderla. Ma i viaggi della monnezza continuano per la Liguria, l'Emilia, la Toscana e la Puglia. Intanto l'assessore all'ambiente della Regione guidata da Vendola ha diffidato i gestori delle discariche. Dalla risposta a un'interrogazione presentata a maggio dal consigliere provinciale Livio Falcone emerge che la Sapna aveva già speso diciotto milioni per far viaggiare 50 mila tonnellate di frazione umida derivante dalla lavorazione negli stir.La fut è stata spedita in Toscana dove è stata lavorata dall'impianto della Rea Spa, in Emilia dalla Herambiente e in Puglia dove è finita nella discarica Italcave. In tutti questi casi il trasportatore è stato il consorzio Cite. Un altro stock è stato smaltito attraverso l'Ati costituita dalla di Vincenzo D'Angelo e dalla Profineco: i rifiuti sono stati portati alla piattaforma di compostaggio di Alcamo e alla discarica Mazzarrà di Messina. A determinare la spesa della Provincia concorrono poi anche i soldi spesi per il personale degli stir di Giugliano e Tufino e della Sapna che si è andato ad aggiungere a quello già assunto dai diversi commissariati. Complessivamente lo smaltimento influsce in misura del 25 per cento nella determinazione dell'importo complessivo della tarsu. Il resto è determinato dai costi della raccolta e dallo spazzamento determinati dal Comune. E questi, fortunatamente per il momento non sono ancora aumentati.