La Ue processa l'Italia per i rifiuti di Napoli
Il dejà vu è servito: è pronta la lettera di messa in mora all'Italia per i rifiuti di Napoli. L'ultima parola spetta alla Commissione Ue, giovedì prossimo. Ma il dado appare tratto: al richiamo di Bruxelles, l'Italia avrà due mesi di tempo per rispondere. La procedura prevede poi l'attivazione della Corte di giustizia e le eventuali sanzioni. Ma l'ultimo cartellino giallo del-l'Ue era annunciato da mesi. Ripetuti erano stati gli appelli del commissario all'ambiente, Janez Potocnik. Più volte erano state messe in evidenza le criticità dello scenario rifiuti. E diversi erano stati gli avvertimenti sul rischio della procedura d'infrazione. Un'altra: il 4 marzo 2010 l'Italia ha subito la prima condanna della Corte di giustizia per «non aver adottato tutte le misure necessarie per smaltire i rifiuti.. In caso di seconda capitolazione, le sanzioni terrebbero conto della recidiva. L'ombra dell'ennesima tagliola Ue scatena lo scontro Regione-Comune di Napoli. «Non mi stupiscono le notizie che giungono da Bruxelles- commenta il vicesindaco, Tommaso Sodano-: il piano presentato dalla Regione Campania, come abbiamo sottolineato ad agosto, prevede un eccesso di inceneritori, in contrasto con le direttive Ue». Palazzo San Giacomo mette le mani avanti: «Questa anomalia, è stata da noi evidenziata e criticata con un dossier di diciotto pagine.. Speculare la risposta di Palazzo Santa Lucia. «Noi abbiamo la coscienza pulita- replica Giovanni Romano, assessore regionale all'Ambiente-La colpa è di chi non ha fatto discariche, siti di compostaggio e termovalorizzatori: questo è il risultato».
Ma dal Comune la sarabanda di accuse non si arresta. «Non c'era chiarezza rispetto alla gestione della fase di transizione per la gestione delle criticità che ancora vive la nostra regione- insiste Sodano-. E proprio per queste ragioni che noi, da mesi, stiamo chiedendo di essere stralciati da questo piano, per avere la possibilità di accedere direttamente ai fondi comunitari e realizzare autonomamente l'impiantistica necessaria al raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata e di realizzazione di impianti ad essa finalizzati.. Ma la guerra tra i due enti vive anche su una divaricazione ideologica: la giunta Caldoro non si sposta dalla linea degli inceneritori, a cui quella de Magistris è da sempre contraria. Nel rimpallo Comune-Regione, si staglia la crisi sempre latente. «I miglioramenti reali - ammoniva lo scorso giugno Potocnik - devono essere visti e confermati dai cittadini: l'assenza di questi miglioramenti lascia all'Esecutivo Ue poco spazio.. Ecco perché si torna ancora alla casella di partenza. Gianaaaria Roberti