IMMONDIZIA DI NUOVO IN STRADA E IN ARRIVO LA MESSA IN MORA DELL'UE

Ramazzata europea su Napoli

Gli scioperi improvvisati dei lavoratori per la pulizia rimettono in ginocchio la città
28 settembre 2011 - Vincenzo Iurillo
Fonte: Il Fatto Quotidiano

Napoli Il film si riavvolge all’indietro. Città sporca nel centro (ma la situazione è in miglioramento). Duemila tonnellate di immondizia a terra tra Napoli e provincia, secondo i Verdi. Roghi di cassonetti colmi di spazzatura, nove incendi nel capoluogo, altri quattro in provincia. L'Unione Europea che mette in moto una procedura d'infrazione e minaccia sanzioni contro l'Italia. II rischio dietro l'angolo di una nuova emergenza rifiuti sotto al Vesuvio. Non sono notizie vecchie di archivio, è la cronaca di giornata di Napoli, terzo mese dell'era arancione di Luigi de Magistris. I cui sforzi per ripulire Napoli e incrementare la raccolta differenziata porta a porta - l'altro ieri è iniziata la campagna di sensibilizzazione a Scampìa - si stanno scontrando con le incrostazioni di un passato non ancora superato del tutto. Nei giorni scorsi, scioperi improvvisi dei lavoratori Lavajet, i subappaltatori di Asia per la pulizia nel centro, che lamentavano un ritardo nei pagamenti. Altri scioperi del personale dei consorzi di bacino di Napoli e Caserta, 2160 lavoratori di cui 424 in esubero, un migliaio di persone senza stipendio da due mesi. Gli impianti di smaltimento ingolfati dal maxi utilizzo, uno di questi, il Cdr di Giugliano, accerchiato per un paio di giorni da lavoratori in protesta, circostanza che ha rallentato il conferimento della monnezza. Le incertezze sui viaggi delle navi della spazzatura: un piano di 248 mila tonnellate che, poco alla volta, avrebbero dovuto partire verso l'Olanda entro settembre, anzi no, prenderanno il largo in autunno. Forse. ED ECCO la lettera di messa in mora all'Italia per la situazione dei rifiuti a Napoli. È pronta. La Commissione Ue deciderà domani e, salvo cambiamenti dell'ultima ora, l'Italia avrà due mesi di tempo per reagire. Altrimenti il dossier andrà dritto verso la Corte di giustizia. È il culmine di mesi di pressing del commissario Ue all'Ambiente, Janez Potocnic, secondo il quale in assenza di miglioramenti non ci sarà altra scelta che proseguire la procedura d'infrazione. Il 4 marzo 2010 l'Italia ha subito la prima condanna della Corte di giustizia Ue per "non aver adottato tutte le misure necessarie per smaltire i rifiuti" determinando una situazione di "pericolo per la salute umana e l'ambiente". In caso di seconda condanna le sanzioni verrebbero applicate sulle carenze di gestione passate e future. "Non sono sorpreso, in realtà era già nell'aria perché ritengo che i motivi che avevano portato la Commissione europea a inviare la prima lettera non siano stati superati", commenta il vicesindaco di Napoli con delega all'Ambiente, Tommaso Sodano. Nella prima messa in mora, sottolinea Sodano, "l'obiezione era che si fossero utilizzati i fondi strutturali Por per affrontare l'emergenza e non per fare gli impianti che avrebbero permesso l'uscita definitiva dalla crisi. Nel piano regionale della Campania, come abbiamo avuto modo di osservare nel mese di agosto, non si agisce in questa direzione: da un lato non si affronta seriamente la fase di transizione, che dovrebbe evitare i cumuli per le strade, dall'altro non si realizzano impianti che servono per avviare un ciclo virtuoso dei rifiuti". Secondo Sodano "il piano regionale è tutto incentrato sull'incenerimento e non risponde ai bisogni della regione". La preoccupazione, sottolinea Sodano, ora è per i fondi europei definiti "indispensabili". "Stiamo chiedendo da mesi - prosegue il vicesindaco di Napoli - di avere lo stralcio della posizione del Comune di Napoli, perché sia soggetto intermedio per la gestione dei fondi europei. Una delle osservazioni dell'Europa era che non si fosse ancora avviata la raccolta differenziata, o realizzati gli impianti di compostaggio. Noi stiamo facendo la nostra parte, con l'avvio del porta a porta e i due siti di trasferenza". "Mi auguro - conclude Sodano - che ci possa essere un passo indietro da parte della Regione sui termovalorizzatori". L'europarlamentare Pdl Erminia Mazzoni punta invece il dito contro la giunta de Magistris: "Il loro stop all'inceneritore di Napoli e la mancata conferma dei siti hanno riportato al punto di partenza la laboriosa trattativa con il Commissario all'ambiente. Si sta realizzando quanto de Magistris aveva chiesto alla Commissione Europea con la nota risoluzione da lui presentata e fatta votare dal Parlamento Europeo". La Mazzoni si riferisce a un'iniziativa del 26 gennaio 2011. Quando l'allora europarlamentare Idv chiese di prolungare sine die' la sospensione di 135 milioni di fondi Ue stanziati per progetti nel settore dei rifiuti, "fino a quando non sarà pronto un piano verificabile e concordato da tutte le parti interessate

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