Prestigiacomo: evitare scontri politici l'Europa attende segnali di credibilità
Niente inceneritore ad hoc per le eco-balle per ora, come aveva proposto il governatore Stefano Caldoro. Perché, per prima cosa, bisogna capire quale sia la soluzione tecnica migliore per smaltire qualcosa come 8,5 milioni di tonnellate di ecoballe. Contrario, ad esempio, il vice sindaco di Napoli Tommaso Sodano che rilancia ieri una sua vecchia proposta tombarle nelle cave dismesse. Nel merito non ci entra il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo che tiene a studiare prima, su questa particolare vicenda, una exit strategy. «Le ecoballe stipate in Campania bisogna smaltirle non solo perché ce lo chiede l'Europa ma - avverte il ministro del governo Berlusconi - soprattutto perché queste otto milioni di tonnellate all'aria aperta, abbandonate all'usura degli agenti atmosferici non fanno certo bene alla salute delle persone». Rimane il problema del come smaltire queste montagne di immondizia accatastate negli anni dell'emergenza rifiuti quando il ciclo era gestito dalla Fibe. «Per i dati e le conoscenze ormai note, le ecoballe - continua la Prestigiacomo - non sono smaltibili in normali impianti di termovalorizzazione perché richiedono procedure speciali. Occorre trovare il sistema e le tecnologie più adeguate per procedere ma occorre entrare anche nell'ottica che quest'operazione non avrà tempi brevi». Rimane però il come: il governatore della Campania è per un impianto ad hoc mentre il comune, per bocca del suo vicesindaco, propone di torn-bare tutto in cave dismesse. «Non credo che questo argomento debba e possa diventare oggetto di contesa politica», premette la Prestigiacomo. La questione è un'altra. «Ed è squisitamente tecnica: bisogna - puntualizza di nuovo il ministro - individuare anzitutto il procedimento più corretto ed attrezzare il miglior trattamento per smaltire tutto». Ed eventuali privati interessati all'affare? «In teoria potrebbero esserci ma - continua il ministro - qui non si tratta di una questione di scelta politica ma squisitamente tecnica. E tale deve restare, senza dimenticare come occorra affrontare un problema che non è stato mai affrontato». Rimane però quella messa in mora decretata dalla Ue alla Campania proprio per i rifiuti campani. Ci sono ora due mesi per le controdeduzioni. «L'Europa non ci chiede di smaltire domani le ecoballe ma vuole da noi il segnale che è stata avviata una soluzione complessiva e definitiva del problema. Equindismaitimento delle ecoballe da un lato e un ciclo virtuoso dei rifiuti, dall'altro, come le altre città italiane ed europee».