La Provincia rilancia «Incenerire la spazzatura accumulata unica strada percorribile»

Le ecoballe? Vanno cementate» Bufera su Sodano

Il vicesindaco: meglio del termovalorizzatore
Gelo di Caldoro: servono alternative plausibili
5 ottobre 2011 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Principali depositi di ecoballe in Campania Il dibattito sul termovalorizzatore si sposta da quello che dovrebbe nascere a Napoli est a quello che secondo il governatore Stefano Caldoro dovrebbe servire a bruciare i sei milioni di balle accumulate sul territorio campano. Ieri sono scesi in campo il vicesindaco Tommaso Sodano, che ha rilanciato l'ipotesi di «tombare», di cementare le ecoballe e metterle in cave abbandonate «per non farle nuocere». Ipotesi boccita da Caldoro che però si dice «pronto a discutere alternative credibili». Quello dello smaltimento delle eco- balle viene considerato dall'Unione Europea, un tema centrale. Nella missiva inviata al ministro Frattini per comunicare il possibile avvio di una nuova proceduta di infrazione si sottolinea: «Poiché le ecoballe ammontano a circa sei milioni e poiché l'inceneritore ad hoc avrà una capacità compresa tra le 400 mila e le 500mila tonnellate all'anno occorreranno trai 12 e i 13 anni per smaltirle tutte una volta che l'impianto sarà entrato in funzione. Cib significa che, secondo quanto previsto dalle autorità italiane, Io smaltimentodefi. nitivo non potrà essere ultimato prima del 2026». Una prospettiva non proprio incoraggiante. E infatti l'Europa ci chiede di accelerare. Ma i vertici delle amministrazioni campane non hanno ancora trovato una soluzione che metta tutti d'accordo. Lunedl nel corso della sua diretta web coni cittadini, il presidente della Regione aveva ribadito che sarà costruito un impianto ad hoc, come previsto dal piano regionale. Ieri Sodano è tomato sulla vicenda. Dopo aver sottolineato che sul territorio del Comune di Napoli non ci sono siti di stoccaggio e che quindi il problema non tocca direttamente l'amministrazione, ha detto: «Il costo ambientale di uninceneritore che brucia per 30 anni, è ún costo che quel territorio non pub sostenere». Sodano ha poi ricordato che in veste di presidente della commissione ambiente qualche anno fa ascoltò l'allora commissario per i rifiuti Alessandro Pansa che sul tema aveva commissionato studi a tre grandi società. Ora secondo il vicesindaco, sarebbe necessario «far studiare le ecoballe a un comitato di tecnici, esperti e scienziati che siano in grado di dire con assoluta serenità e rigore scientifico, nel rispetto dell'ambiente e della salute dei cittadini, quale è la tecnologia migliore per dare risposta al problema». Tra le ipotesi da valutare, come si diceva, la possibilità di «tombare»,, di cementare le balle e metterle in cave abbandonate. A stretto giro la replica di Cesaro: «Da sempre sono convinto che i termovalorizzatori siano l'unica soluzione per dare finalmenteaNapoli ed alla provincia un concreto ed e iiciente ciclo di gestione dei rifiuti»L E poi: «Ritengo indispensabili il terrrlovalorizzatore di Napoli est quanto quello previsto nel Giuglianese perla distruzione delle oltre 6 milioni di eco-balle presenti sul territorio. Anzi, è necessaria una forte accelerazione, anche in vista dell'incontro che tutte le istituzioni abbiamo chiesto all'Unione Europea a Bruxelles. Taverna del Re e tutti gli To *** altri siti che insistono in p - vincia di Napoli tra Acerra, Caivano, Marigliano e Terzi-gno devono essere liberati». Poi l'affondo: «Chi pensa che il termovalorizzatore non sia la strada maestra da seguire, anche in buona fede come nel caso di Sodano, produce un danno alla collettività pari a quello prodotto da chi ha disseminato sul territorio quelle maledette eco balle». A mediare ancora una volta Caldoro che sottolinea: «Quella del termovalorizzatore non è stata una nostra scelta ma una prescrizione impostaci dall'Europa. Ad ogni modo siamo disposti a discutere eventuali alternative purché siano credibili e condivise da tutti». Ma il governatore evidenzia anche che l'ipotesi di tombare le ecoballe è vecchia e già in passato è stata scartata in occasione del dibattito sulla colmata di Bagnoli non ottenendo peraltro il sostegno degli ambientalisti perché non risolveva il problema del percolato. E quindi conclude: «Deve essere chiaro che si può lasciare la vecchia strada solo ce ne è una nuova che sia credibile». Ma convincere l'Europa non sarà facile.

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