La proposta formalizzata ieri in aula. Sotto accusa pubblici amministratori: ci sono anche la Iervolino, Pansa e Bassolino

Epidemia colposa, il pm chiede 20 rinvii a giudizio

Per la procura avrebbero dovuto individuare sui propri territori siti dove sistemare la spazzatura
6 ottobre 2011 - Marco Cesario
Fonte: Cronache di Napoli

NAPOLI - Ieri mattina il pubblico ministero Curcio ha formalizzato in aula la richiesta di rinvio a giudizio di 20 pubblici amministratori (molti hanno operato nei comuni a nord di Napoli) per i reati di epidemia colposa e di omissione di atti d'ufficio. Spetterà adesso al giudice delle udienze preliminari Piccirillo del tribunale di Napoli decidere se accogliere la proposta, questo dopo aver ascoltato le conclusioni dei legali degli imputati. Ieri hanno concluso gli avvocati dell'ex prefetto Alessandro Pansa (nella foto), mentre gli altri legali prenderanno la parola il 24 ottobre. Sotto accusa ci sono numerosi sindaci - in carica tra il primo novembre del 2007 ed il 15 gennaio del 2008 - ai quali la procura addebita responsabilità nell'impennata di patologie gastrointestinali e cutanee a Napoli e in alcuni comuni della provincia tra il 2007 e il 2008. Per il pm si trattò di una vera e propria epidemia che ebbe un focolaio preciso: la massiccia presenza in strada di rifiuti. Rifiuti, prosegue ancora la magistratura inquirente, che si sarebbero dovuti trovare non abbancati per le vie della città ma in siti di trasferenza che le amministrazioni comunali competenti avrebbero dovuto aprire. Sul banco degli imputati ci sono l'ex sindaco di Napoli Rosa Russo lervolino, l'ex prefetto Alessandro Pansa (in qualità di Commissario di Governo), l'allora presidente della Regione Campania Antonio Basso-lino, Vittorio Alfino (commissario straordinario di Melito), Domenico Bagno (commissario straordinario di Pozzuoli), Paolino Buono (sindaco di Barano), Vincenzo Caso (sindaco di Frattaminore), Antonio Coppola (sindaco di Bacoli), Vincenzo D'Ambrosio (sindaco di Casamicciola), Nicola De Mare (sindaco di Arzano), Pasquale Gal-diero (sindaco di Qualiano), Restetuta Irace (sindaco di Lacco Ameno), Giuseppe Papaccioli (sindaco di Caivano), Gaetano Picco- Iella (commissario straordinario Casoria), Francesco Regine (sindaco di Forio), Francesco Russo (sindaco di Frattamaggiore), Antimo Silvestre (sindaco di Casandrino), Pasquale Sollo (sindaco di Casavatore), Francesco Taglialatela (sindaco di Giugliano) e Raffaele Topo (sindaco di Villaricca). Gli imputati sono accusati di non aver provveduto ad individuare sui propri comuni "aree per lo spostamento, il ricovero ed il deposito provvisorio dei rifiuti accumulati nelle strade urbane di maggiore percorrenza, a minore densità abitativa e a minore densità di istituti scolastici ed ospedalieri"; né avrebbero provveduto ad attivare interventi elementari per tutelare la salute pubblica a fronte della massiccia presenza di immondizia in strada, come ad esempio "le disfi,fezioni dei cumuli di rifiuti con sostanze adatte (quali l'idrato di calce), le deratti a ioni, il contenimento del randagismo, e la delimitazione delle zone cittadine maggiormente interessate dai cumuli di rifiuti". Omissioni pesanti che avrebbero cagionato "l'incremento esponenziale di patologie gastrointestinali e cutanee che, nel periodo in contestazione, si diffondevano rapidamente e collettivamente, con carattere di tipo epidemico, attraverso la diffusione di germi patogeni".

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