L' indignazione Svanita e le Leggi che Mancano
Hanno assolto Toni Servillo. Non ce ne voglia il grande attore casertano se prendiamo il suo volto per semplificare il significato della sentenza emessa venerdì a Napoli, che proscioglie 95 imputati coinvolti in un traffico di rifiuti illeciti rivelato da un' inchiesta chiamata Cassiopea. La sua unica colpa è quella di aver impersonato l' imprenditore, chiamiamolo così, che nel film Gomorra , tratto dal celebre libro di Roberto Saviano, prosperava smaltendo nelle viscere della terra campana tonnellate di rifiuti pericolosi prodotti dalle industrie del Nord. Il trafficante, elegante in un completo di lino bianco, prendeva a bottega un giovane attratto inizialmente dai soldi facili di quell' attività. Dopo una visita a un terreno devastato dai veleni contenuti nel sottosuolo, davanti a un albero dai frutti malati e tossici, il ragazzo lo abbandonava allontanandosi a piedi su una strada trafficata. Meglio l' onestà povera, della ricchezza ottenuta con l' avvelenamento della propria terra. Adesso, a buoi ampiamente scappati dalla stalla, tutti ricordano come Saviano si fosse ispirato alle carte dell' operazione Cassiopea, che nel 1998 aveva rivelato la destinazione finale di un milione di tonnellate di rifiuti tossici prodotti da aziende di Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna: il sottosuolo della provincia di Caserta. La vicenda si è chiusa venerdì con un nulla di fatto, andate in pace che non è successo niente. E a poco vale distinguere tra assoluzioni e prescrizioni, ripercorrere il tortuoso percorso di un processo che ha avuto bisogno di 13 anni per andare a conclusione, discettare sugli errori di notifica, i rinvii, le astensioni che hanno rallentato il procedimento. Quello che colpisce è lo scarto tra il fremito d' indignazione che avvolse la politica italiana quando Saviano rivelò la faccia malata del business dei rifiuti e la realtà dei fatti. Ancora oggi a parole sono tutti d' accordo, che l' ambiente va preservato ad ogni costo, che «bisogna tenere alta la guardia» contro le aberrazioni compiute ai danni di un territorio martoriato. Peccato che nessuno dia mai seguito ai buoni propositi, una volta usciti dal cinema o chiuso il libro. Le poche associazioni che da anni lanciavano l' allarme sul rischio della prescrizione non sono state ascoltate. Sono le stesse che da anni chiedono invano l' introduzione di nuovi e più applicabili reati ambientali, come in tutta Europa. Ma in Italia l' indignazione produce spesso frutti secchi come quelli dell' albero malato di Go morra . Tra il ragazzo onesto e il Servillo-trafficante, nella vita vera vince ancora quest' ultimo.