Se spifferi, ti caccio...

5 ottobre 2011 - Carlo Tarallo
Fonte: Dagospia

A chi un bel calcio nel sedere? A lui! Cioè al dipendente della Napoliservizi, società partecipata comunal-arancione, sospettato di aver tirato fuori nomi e cifre dell'aumento choc che tredici dirigenti della società partecipata del Comune si sono autoconcessi qualche mese fa. Una brutta storia, che finisce in Parlamento: questa mattina il deputato legaiolo Roberto Bitonci ha presentato un'interrogazione sul caso.

Cosa è successo? Febbraio 2011: mentre Why Not City affoga nella munnezza, i dirigenti di Napoiliservizi, società partecipata del Comune, si aumentano zitti zitti gli stipendi. Il meccanismo utilizzato è quello dei "superminimi". Migliaia di euro di aumenti, una pioggia di soldi. Passano i mesi, finché due settimane fa il "Mattino" sputtana tutto. Ecco un passaggio dell'articolo di Luigi Roano.

"Chi sono i 13 fortunati? Il direttore generale Balzamo (...) che porta a casa 152mila 199,96 euro all'anno. Stipendio mensile 10mila 657 euro, superminimo da sogno di 6857,14 euro! (...). Al secondo posto Ciro Turiello, ex manager di Asia con 134mila 645 euro all'anno, stipendio mensile di 9400 euro e superminimo da 4690. (...) Angelo Peritore è il terzo, con aumento sostanzioso.

Ogni mese portava a casa a 6370 euro con un superminimo di 3705. A luglio ha pensato che era troppo poco così il superminimo è arrivato a 4105 e ogni 12 mesi nel suo portafogli entrano 92 mila euro. Oddatiani di ferro Rosario Tarallo, che fa gli editoriali nel giornalino interno 5339 euro al mese, il superminimo da 2700 a 3400 (più 26%) e 77mila euro all'anno. E Mario Baggio direttore del personale stipendio mensile 6072 superminimo da 3641 a 4401 (più 11%)".

Apriti cielo: lo scandalo è servito. Giggino ‘a Manetta insorge: "Il Cda dell'azienda può considerarsi azzerato!". E invece? E invece, ieri pomeriggio, la notizia choc: mentre il Cda è ancora lì, ad essere licenziato è stato un giovane dipendente, laureato, accusato di essere la "talpa" che ha rivelato la storia e gli aumenti.

A quanto pare il dipendente sarebbe accusato di avere trasmesso all'esterno dati coperti da privacy. L'Italia dei Livori attacca: "Apprendiamo con stupore - smanetta il consigliere comunale Elpidio Capasso - e sdegno la notizia del licenziamento di un dipendente della Napoli Servizi, reo, evidentemente, di aver contribuito a far conoscere all'Amministrazione comunale sprechi ed aumenti di stipendi in maniera sproporzionata ai danni della stessa azienda e dell'intera collettività. Chiediamo l'intervento immediato del sindaco de Magistris e dell'assessore Realfonzo affinché venga resa giustizia con la tutela e la immediata reintegra del dipendente della stessa società".

L'azienda smentisce il collegamento tra il licenziamento e la faccenda dei superaumenti, ma ormai la frittata è fatta, e i legaioli affondano il colpo: "Quanto è stato fatto - scrive il deputato del Carroccio Roberto Bitonci nella interrogazione presentata questa mattina - supera ogni immaginazione: mentre la città sprofonda sotto il peso di tonnellate di rifiuti, ci si aumenta lo stipendio, base, e per quale motivo? Come gratifica per l'aumento del decoro della città, conseguente al buon lavoro svolto. Ma se quello svolto a Napoli è un buon lavoro cosa dovrebbero pensare i comuni del nord che ogni anno differenziano più del 70% dei rifiuti prodotti?".

Nel mirino degli addetti ai livori finisce in particolare l'ex bassoliniano Nicola Oddati, considerato il politico di riferimento di Napoliservizi, attualmente, ancora per pochi giorni, al vertice del Forum delle Culture. La partecipata, infatti, è ritenuta una enclave del Pd, e di stretta osservanza piddina sono i suoi dirigenti. Ma ora la patata bollente è nelle mani del narcisindaco: la Giunta Arancione difenderà il dipendente licenziato? Ah saperlo...

 

 

 

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