Confronto I primi cittadini di Napoli e Salerno hanno partecipato a un convegno organizzato nel campus di Fisciaro

De Magistris, è new deal Ora fa pace con De Luca

«Ammiro la città». «Sui rifiuti iniziativa unitaria»
27 settembre 2011 - Simona Brandolini
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

FISCIANO — All'inizio tra Enzo De Luca e Luigi de Magistris c'è un po' di imbarazzo. Nel piccolo bus che li porta in giro a visitare il campus di Fisciano (per inciso una struttura che non ha nulla da invidiare alle blasonate americane) quasi non si guardano. Se un tuo alleato la cosa più carina che dice dite è: «Non lo voto perché inquisito», beh, chiunque avrebbe qualche difficoltà anche a scambiarsi uno sguardo. Ma la politica ha abituato tutti al rovesciamento delle regole che sovrintendono solitamente i rapporti personali. Le inimicizie si trasformano presto in funzionali amicizie. Quindi anche nel caso dei due sindaci è scoppiata la pace. Artefice-cupido-pontiere il rettore dell'ateneo salernitano, nonché presidente del consiglio comunale partenopeo, Raimondo Pasquino. Eroe dei due mondi, fino a ieri inconciliabili, De Luca e de Magistris.
E' la prima volta che i due amministratori campani s'incontrano. E passato più di un anno e mezzo, da quando, era il 6 febbraio del 2010, Di Pietro, con un colpo di teatro, incassò l'ok dell'assemblea del partito alla candidatura di De Luca alle regionali. Un nome assai indigesto proprio all'ex pm che, dinanzi all'incoronazione, sbottò: do sono contrario. Altro che una cosa da nulla, ho letto le carte del suo rinvio a giudizio. Di Pietro ha preso una decisione che ora può apparire anche saggia ma io faccio una scelta per la moralità. Poi i processi si fanno nella aule dei tribunali, mica ai congressi. Ma cos'è, il processo breve?». Ma tant'è. L'Idv appoggiò il sindaco di Salerno. Non bastasse, nel libro-intervista, appena pubblicato, de Magistris confida a Claudio Sabelli Fioretti: «L'errore di De Luca lo stiamo scontando non solo in Campania, ma anche a livello nazionale... Purtroppo Di Pietro non ha saputo dire di no al segretario regionale della Campania, Formisano».
A dire il vero, mai come questa volta, il sanguigno De Luca s'era stato quieto. Mai una parola fuori posto, mai una dichiarazione tranchant contro il collega-avversario. A vederli, dopo l'imbarazzo iniziale dicevamo, mangiare e conversare amabilmente, a più d'uno è venuto il dubbio di uno scambio di persona. Tutto azzerato: per la serie scurdammoce 'o passato. Un assaggio? Al caffè, de Magistris dice di De Luca: «Il nostro è un incontro doveroso. Sono un ammiratore di Salerno ed è utile che ci sia un rapporto tra le due amministrazioni. E una buona occasione per avviare un discorso di collaborazione». E il passato? «Il passato è passato — dice ancora il sindaco di Napoli — e io guardo sempre al futuro. I giudizi, quelli dati, restano lì, non me li rimangio, ma non possono rappresentare un ostacolo». Dunque collaborazione. «Certo — continua De Luca —, soprattutto sul tema dei rifiuti ci sarà un'iniziativa unitaria. Per prima cosa rivendichiamo entrambi il diritto-dovere dei Comuni di decidere per sé e entrambi abbiamo un approccio assai poco ideologico ai problemi: se si punta davvero sulla differenziata non servono più i termovalorizzatori. A Salerno, per esempio, ne possiamo già fare a meno». E il passato? Anche nel caso di De Luca «è passato. L'esperienza dà la percezione dei problemi veri». E cioè i rifiuti, su cui c'è massima intesa par di capire: no ai termovalorizzatori, sì alla differenziata spinta (Salerno è già al 6o per cento), sì al compostaggio, no alla provincializzazione e soprattutto autonomia decisionale dei Comuni. Una buona base di partenza non c'è dubbio.
Arriva l'ora del convegno vero e proprio sul concetto di «area vasta». E anche in questa occasione tra i due è un continuo rimpallarsi i temi. Quelli cari a De Luca: sburocratizzazione («nella Regione Campania si raggiunge il vertice della demenzialità»), abolizione delle Province («sono metastasi, contributifici» e qui scatta l'applauso), sicurezza («anche se abbiamo già 7 corpi di polizia, ci dobbiamo aggiungere pure quella provinciale», aridagli con le Province). «Quello che ho visto a Napoli — conclude poi — è un tentativo di salto di qualità. Apprezzo la voglia di rottura di de Magistris rispetto alla palude di trasversalismo che ha governato Napoli negli ultimi anni». Tocca all'ex pm che, prima di salire sul palco, stringe la mano del collega salernitano e contraccambia il favore: «De Luca ha detto cose importanti». E attacca con i suoi cavalli di battaglia: la gramsciana «connessione sentimentale» con gli elettori, la democrazia partecipativa, i beni comuni («non sono mai stato un capitalista convinto, piuttosto un socialista-liberale, ci vuole equità. E differentemente da Pisapia che ha aumentato le tariffe dei trasporti, noi abbiamo deciso di tagliare le partecipate»), la rivoluzione culturale («non è che togliendo Berlusconi di mezzo risolviamo i problemi dell'Italia. E un problema culturale: io sono per l'essere e non per l'avere, per l'operaio e non per la velina»). E poi sui rifiuti: «Come De Luca anche io voglio essere autonomo. Abbiamo già chiuso un accordo con un paese straniero e, sapete una cosa, mi costa la metà mandare all'estero i rifiuti napoletani». Su quest'ultimo punto, forse, servirebbe più cautela. Ma la giornata è stata un successo. Dopo gli applausi, de Magistris scappa via, alle 18 c'è giunta. Inciampa, sbagliando strada, nel teatro dell'ateneo. Già Fisciano oltre ad asili nido, palestre, piscine e residenze, c'ha pure il teatro. A un napoletano viene quasi la depressione.

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