Rifiuti, stop agli stipendi: i Consorzi si fermano
Senza stipendio da due mesi, i lavoratori dei consorzi di bacino ora minacciano di bloccare gli impianti mandando nuovamente in crisi il fragilissimo sistema dei rifiuti campano. Un antipasto è stato servito nei giorni scorsi: per due giorni di seguito il Cdr di Giugliano è stato accerchiato da due diversi gruppi di lavoratori rallentando i conferimenti. Un problema, quello della mancanza di fondi, che si ripresenta periodicamente e che viene risolto di volta in volta tamponando le falle di un sistema sull'orlo del collasso. Basti pensare che secondo gli stessi sindacati i costi per il solo personale si aggirano in Campania intorno ai 150 milioni di euro: trovarli sarà sempre più difficile. Non a caso mercoledì il prefetto Andrea De Martino e il questore Luigi Merolla hanno spiegato alla commissione ecomafie che ne settore rifiuti una nuova fase di crisi potrebbe associarsi a un diffuso disagio sociale. Tra Napoli e Caserta i lavoratori dei consorzi sono in totale 2160, 424 sono in esubero secondo la pianta organica approvata dall'allora sottosegretario Guido Bertolaso, gran parte degli 880 dell'articolazione napoletana sono senza lavoro. Servono infatti solo due Comuni: Cicciano e Castello di Cisterna per un totale di 19287 abitanti. Quasi uno spazzino ogni 21 residenti. Proprio nei giorni scorsi dalla Sapna, la società provinciale, è arrivata la disponibilità a farsi immediatamente carico di 140 dipendenti. Per tutti gli altri la situazione resta ad alto rischio. Entrambi i consorzi, quello di Napoli, ma anche quello di Caserta, hanno le casse vuote. Nel caso di Caserta il disastro è provocato dai Comuni che pur utilizzando il servizio non lo pagano. Inutili finora i tentativi di recuperare i crediti che ammontano a diverse decine di milioni. Nel caso di Napoli, invece, non ci sono clienti. Per far fronte ai debiti non sempre sono state accantonate le quote di Tfr e sono stati versati i contributi. Cionostante gli esuberi previsti da Bertolaso restano tali ormai da quasi due anni. E per questo il sindacato Azzurro ha denunciato i responsabili dei consorzi alla Corte dei Conti: avrebbero provocato un danno erariale pari a 17 milioni. Non è finita: alla fine dell'anno i consorzi dovrebbero essere sciolti e i lavoratori passare alle società provinciali. Ma vista l'ipotesi di scioglimento delle Province le stesse società si trovano in una situazione a dir poco traballante mentre una proroga della riscossione della Tarsu da parte dei Comuni viene avanti sempre con maggiore forza. In mezzo a questo disastro, però, a Caserta è stata istituita una commissione per decidere livelli e promozioni. L'allora commissario ad acta Alberto Stancanelli prima e una legge poi hanno bloccato la situazione al 2008, ma da allora non c'è stato praticamente un solo dipendente che non si sia giovato di almeno un avanzamento: ora, invece di applicare la legge, giuristi, tecnici e sindacati discutono come aggirarla. Si sarebbrero create, infatti, situazione di fatto da esaminare. Ma, mentre si discutono le promozioni, gli stipendi continuano a non arrivare. Perciò i rappresentanti dei lavoratori sono sul piede di guerra. Il portavoce del Sindacato Azzurro Faila, Vincenzo Guidotti, ha chiesto incontri coni vertici regionali e provinciali avviando la procedura che potrebbe portare allo sciopero, ha annunciato lo stato di agitazione e manifestazioni a go go. Anche il segretario della Filas, Domenico Merolla, promette proteste e manifestazioni. Se la situazione non si sbloccherà Io smaltimento e la raccolta dei rifiuti incontreranno ancora momenti difficili. Ieri a Napoli restavano a terra, secondo il vicesindaco Tommaso Sodano, 240 tonnellare di spazzatura concentrate soprattutto nel centro storico. «Siamo riusciti a raccogliere i rifiuti nelle strade più strette del centro - dice Sodano - ora l'operazione di recupero si sta concentrando sulle strade larghe».