Caldoro: il Comune mente sull'inceneritore

Il governatore alla testa del Pd: ci sono tante imprese interessate all'impianto
25 settembre 2011
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

TELESE TERME — Il «compagno» socialista Stefano Caldoro viene accolto con tutti gli onori di casa dai vertici campani del Pd alla festa regionale di Telese. Ma il governatore riserva la prima stoccata a quella fetta di sinistra che gli appare evidentemente più ostile e che amministra palazzo San Giacomo. L'oggetto della contesa resta la gara per la realizzazione del termovalorizzatore di Napoli est: « E stata diffusa un'autentica bugia — tuona contro il vicesindaco Tommaso Sodano — poiché sono state le stesse imprese che hanno inoltrato una manifestazione di interesse ad aver chiesto una proroga, sebbene le procedure saranno completate nei tempi previsti. Abbiamo la necessità di recuperare i mesi persi a causa dei ricorsi del Comune e di Asìa. Sodano probabilmente non è informato e non ha neanche prestato attenzione alla risposta dell'assessore regionale all'ambiente, Romano, il quale gli ha spiegato nel dettaglio che la gara per il termovalorizzatore non è andata deserta. Tuttavia, non mi sorprende la reazione del vicesindaco di Napoli: conosco bene qual è la sua posizione sul termovalorizzatore». Caldoro sale sul palco assieme al governatore della Basilicata, Vito De Filippo; al presidente di Confindustria Campania, Giorgio Fiore; al capogruppo in consiglio regionale del Pdl, Peppe Russo; alla segreteria regionale della Cisl, Una Lucci; e al segretario campano dei democrat, Enzo Amendola. Il tema della discussione, introdotto dal moderatore, il direttore del Denaro, Alfonso Ruffo, è quello scottante della criminalità e delle sue propaggini che, si è scoperto con inquietudine negli ultimi giorni, avrebbero pesantemente condizionato le ultime primarie a Napoli del Partito democratico. Amendola lancia la proposta di un «patto comune», fondato su regole certe, su una Carta condivisa da sottoscrivere, per porre argine al contagio della camorra in politica. «Ho molto apprezzato - spiega il segretario del Pd - la telefonata di solidarietà che il governatore Caldoro ha destinato a me e al capogruppo Russo. Tuttavia, occorre sgombrare il campo da qualunque ombra. E so bene che se al posto di Caldoro oggi ci fosse stato il coordinatore campano del Pdl non avremmo potuto usare lo stesso linguaggio di chiarezza. La lotta per la legalità, caro Cal-doro, non può essere soltanto un fatto di circostanza». Il presidente campano di centro-destra non raccoglie: «Capisco la difesa di un principio, che è quello della diversità, così caro ad Amendola. Ma io sono e resto garanti-sta. Certo, lavoriamo per lo stesso fine: quello della lotta alla camorra. Ma i processi di virtuosità hanno tempi lunghi e approcci differenti». La Lucci avverte subito: «La camorra più che essere la causa è l'effetto più devastante che la crisi produce sui nostri territori». Il leader di Confindustria Campania, Fiore, dà voce a tutta la sofferenza del mondo dell'imprenditoria: «La previsione di una crescita, per l'anno prossimo, di appena lo 0.2 di media nazionale ci costringe ad ammettere che il Sud è già in recessione. E se il governo non sblocca i fondi europei, come previsto per la prossima settimana, non ci sarà alcuna soluzione». Il governatore lucano, De Filippo, asserisce che il progetto di federalismo è già fallito: «Da Cavour a Berlusconi, ognuno, riferendosi al Sud, ha detto: ora tocca a voi. La verità è che abbiamo fatto la fine delle mosche prigioniere in una bottiglia». Caldoro tenta di fare un passo avanti sulla proposta e chiede al Pd, al sindacato e agli imprenditori di sostenere la sua battaglia: «I giudici hanno sequestrato beni del valore di un miliardo e 200 milioni ad un clan del Napoletano: i soldi che servirebbero al trasporto pubblico locale sul quale, entro il 2014, cadranno ulteriori tagli ai trasferimenti fino a raggiungere la terribile quota del 76%. Significa che i campani dovranno andare tutti a piedi. E allora, la parte dei Fas che il governo deve ancora erogare perché non la utilizziamo per la cassa? Se non facciamo questo, saremo costretti a contemplare i binari senza vagoni e i bus fermi. Gli investimenti ci saranno, mancheranno solo le risorse per mettere in funzione il trasporto». La pioggia interrompe la discussione. Cal-doro saluta. La platea gli riserva un timido applauso. Poi, il «compagno» governatore se ne va. Ad attenderlo, a cena, il sannita Umberto del Basso de Caro, l'ex deputato socialista che si esibì in una memorabile difesa di Beffino Craxi, ma che oggi siede in consiglio regionale per conto del Pd. A dimostrazione del fatto che la diversità politica, talvolta, è solo in un pizzico di sfumatura.

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