Niente inceneritore e nessuna nave A fuoco la monnezza
NAPOLI — Niente navi, niente termovalorizzatore e la città affoga nuovamente nei rifiuti. La puzza ricomincia ad inondare strade e piazze. Il piano del Comune è già naufragato? Forse ci sono difficoltà burocratiche ma i cittadini vorrebbero essere realmente informati senza che vengano utilizzati alibi come lo stop improvviso di Lavajet. A tre giorni da quella protesta i cumuli di spazzatura aumentano e non diminuiscono. Segno che non può essere quella la causa della nuova, ennesima, emergenza. Pensare a soluzioni strutturali, al momento, è cosa vana. Ieri è stato il giorno del termovalorizzato-re. Il commissariato ha prorogato di due mesi la gara. «Perché è andata deserta», spiega il Comune attraverso il vicesindaco Tommaso Sodano. «No, per poter accogliere e valutare le tante offerte», ribatte l'assessore regionale all'Ambiente Giovanni Romano. E' chiaro che uno dei due mente, ma chi? «Per la realizzazione del termovalorizzatore di Napoli Est è giunta al Commissario più di una manifestazione di interesse - incalza Romano -. La proroga del termine non è dovuta, dunque, alla mancanza di soggetti imprenditoriali desiderosi di partecipare ma, al contrario, a favorire la più ampia adesione possibile». Secondo la Regione tutte le manifestazioni di interesse pervenute da parte dei soggetti imprenditoriali erano corredate da richiesta di proroga dei termini: «Per questo motivo, era quanto mai opportuno differire la scadenza prevista per ileo settembre al 18 novembre prossimo». Una tesi a cui Palazzo San Giacomo non crede: «Per noi è una grande soddisfazione che fino al 20 settembre, data di scadenza del bando, nessun progetto è stato presentato. L'ulteriore proroga di due mesi, decisa dal Commissario preposto quando il bando è ormai scaduto, ci lascia interdetti e solleva qualche dubbio». Sodano ribadisce che «il Comune ha già espresso la propria contrarietà verso un progetto di così grande impatto ambientale». E mentre la polemica politica si infiamma, in strada si infiammano pure i rifiuti. Ma non in senso figurato. Ieri pomeriggio montagne di immondizia sono state incendiate in piazza Garibaldi. Fumo e paura tra i passanti fino all'arrivo dei vigili del fuoco. Mauro Pantano, dirigente di Confcommercio Napoli, spiega: «Purtroppo siamo diventati nuovamente lo sversatoio della città. Molti cumuli di spazzatura sono stati posizionati di fronte all'ingresso della Direzione provinciale del Lavoro in via Marina. Non oso pensare cosa potrebbe accadere nel caso si verificassero nuovi episodi di questo tipo». Secondo Asìa sono 25o le tonnellate di rifiuti non raccolte. Raphael Rossi, presidente dell'azienda, rassicura: «Non siamo in emergenza e la situazione è circoscritta. La ditta appaltatrice che raccoglie i rifiuti ha avuto problemi nel pagamento degli stipendi e quindi gli operai senza preavviso hanno scioperato. La situazione è molto delicata per cui è bastato un solo giorno di sospensione per porre uno stato di criticità». Una tesi che non convince. Se i cumuli diminuiranno nelle prossime ore, ha ragione. Se aumenteranno, ha torto. E fino ad ora i cumuli sono aumentati.