Termovalorizzatore, c'è la proroga via libera alla gara per Napoli est
Nuova proroga per il termovalorizzatore Napoli est. Il commissario unico Alberto Carotenuto ha deciso di far slittare i termini per la presentazione delle offerte dal 20 settembre al 18 novembre. In un primo momento era previsto che le aziende facessero arrivare tutta la documentazione entro il 15 luglio. Ma il ricorso presentato al tar da Comune e daAsìa e la pubblicazione della sentenza del Tar arrivata solo il 3 di agosto, hanno convinto il commissario a concedere alle imprese interessate la possibilità di completare la progettazione. Infatti se il tribunale amministrativo avesse dato ragione alla partecipata del Comune di Napoli la gara sarebbe stata da rifare. E ovviamente nessuna impresa si è mobilitata prima di conoscere la decisione del giudice. Ora, invece, le cose cominciano a muoversi e diverse gruppi industriali in questi giorni stanno svolgendo sopralluoghi nell'area di Napoli est dove dovrebbe essere costruito l'impianto. Il ritardo nella gara porterà ovviamente a uno slittamento anche nella messa in esercizio del termovalorizzatore che era prevista per il 2016. Secondo la tabella di marcia organizzata in un primo momento, infatti, la gara doveva essere aggiudicata a metà settembre. Il nuovo impianto, a differenza di quello di Acerra, brucerà tal quale e questo dovrebbe allegerire il ciclo dei rifiuti eliminando la strozzatura degli stir nei quali la spazzatura viene separata in due frazione: quella secca che finisce nell'inceneritore e quella umida che viene portata in discarica. Per bruciare la spazzatura i Comuni tramite la Sapna, la società provinciale, pagheranno 93 euro per tonnellata (importo a base d'asta). Una cifra maggiore di quella spesa per Acerra, ma bisogna tener conto che si risparmieranno i circa 40 euro che attualmente si pagano per passare dagli impianti di tritovagliatura. A base d'asta il costo dell'impianto capace di bruciare 450 mila tonnellate all'anno (quello di Acerra ne brucia 600 mila e quello di Salerno dovrebbe bruciarne 200 mila) è di 349 milioni più Iva. Gli incassi previsti sono di 45 milioni . L'impresa vincitrice guadagnerà ovviamente anche dalla vendita dell'energia avvalendosi (ultimo degli impianti di questo tipo in Europa) del cosiddetto Cip 6. Una delibera del '92 del Comitato interministeriale prezzi (da cui Cip6) stabilì infatti che chi produce energia elettrica da fonti rinnovabili o assimilate ha diritto a rivenderla al gestore dei servizi energetici a un prezzo superiore a quello di mercato, ma fu successivamente rivista dopo una direttiva della Ue. Secondo i calcoli del commissario il termovalorizzatore di Napoli est produrrà 15 gigawatt all'anno di energia con un guadagno presunto di 30 milioni di euro.