Bloccato lo stir di Giugliano, ancora rifiuti in strada

Dopo lo sciopero dei dipendenti Lavajet a terra 500 tonnellate. E i lavoratori dei consorzi fermano i camion
23 settembre 2011
Fonte: Il Mattino

Lavoratori in agitazione e spazzatura in strada. Ieri i cumuli svettavano in via Toledo, in via Ferrandina a Chiaia, in via Cavallerizza, in piazza Dante e un po' in tutto il centro storico. Dopo lo sciopero di martedì notte dei lavoratori della Lavajet, infatti, si fatica a eliminare gli arretrati e in strada restano intorno alle 500 tonnellate. Ieri non tutti i lavoratori dell'impresa che per il comune di Napoli cura la raccolta nel centro storico sono riusciti a incassare lo stipendio. Cionostante la gran parte degli operatori si è dichiarato intenzionato a far uscire i compattatori. Secondo l'Asìa la situazione va migliorando ma molti cassonetti non sono stati ancora svuotati. «Dopo l'interruzione delle attività da parte dei dipendenti Lavajet - sostiene Raphael Rossi, presidente di Asia - mercoledì notte si è lavorato regolarmente e i mezzi hanno privilegiato le strade strette, dove il problema si presentava più grave. Ai lavoratori abbiamo chiesto un particolare impegno per recuperare la produzione di due giorni che ieri era in strada». Ma la preoccupazione resta. Spiega Vittorio D'Albero responsabile regionale della Fiadel: «L'Asia ha pagato la ditta solo il 14 settembre. Ogni mese i soldi arrivano in ritardo e di conseguenza anche gli stipendi vengono versati dopo la data prevista». Sullo sfondo, però, resta la vicenda della cessione di un lotto che per contratto la Lavajet dovrebbe consegnare completa di lavoratori ad Asia entro ottobre. E non tutti i dipendenti sembrano gradire la soluzione. Non solo: a gennaio l'Asia dovrebbe subentrare in toto nell'appalto e questo potrebbe complicare la vita degli operai modificando le condizioni di lavoro. Un'altra protesta c'è stata ieri mattina presso lo stir di Giugliano dove i lavoratori dei consorzi aderenti ai Cub hanno inscenato una protesta durata tre ore. Nel pomeriggio l'impianto ha ripreso a lavorare, ma lo stop imposto nella mattinata non ha certo allegerito una situazione che resta assai precaria: i tritovagliatori, infatti, si stanno riempiendo sempre di più e se nei prossimi giorni non saranno liberati rischiano di andare nuovamente in tilt. Vitali restano, quindi, i conferimenti presso gli impianti delle altre regioni. I rifiuti continuano a viaggiare verso la Liguria, l'Emilia e la Toscana in base agli accordi stretti con quelle regioni. Si sono interrotti, invece, i conferimenti in Sicilia per l'opposizione del governatore Lombardo mentre continuano i viaggi alla volta della Puglia nonostante la diffida inviata dall'assessore Lorenzo Nicastro ai gestori degli impianti. Secondo il responsabile dell'ambiente nella reeione sono arrivati rifiuti diversi da quelli concordati in primavera tra gli amministratori. Giovanni De Marzo della Italcave, l'azienda che organizza l'impianto di Taranto dove nei giorni scorsi si sono svolti i controlli dell'Arpa, spiega: «È vero: da impianti privati campani sono ani-vati rifiuti difformi rispetto a quelli concordati e sono stati rimandato indietro, ma la spazzatura arrivata dagli stir era quella prevista. Ci è stato chiesto di fornire nuove analisi per misurare la diossina e stiamo lavorando in questo senso. Intanto andiamo avanti». Sulla vicenda dei trasferimenti in Puglia indaga attualmente la Dda di Lecce. L'intervento della procura antimafia sarebbe collegata al tipo di reato ipotizzato: il traffico illecito di rifiuti. Le indagini sarebbero partite dai pm tarantini anche a seguito delle denunce presentate dagli amministratori pugliesi e sarebbero poi arrivate per competenza a Lecce. Il fascicolo d'inchiesta è stato affidato al sostituto procuratore Elsa Valeria Mignone che starebbe vagliando le informative preparate già nei mesi scorsi dai carabinieri dalle quali emergerebbero numerose irregolarità nello smaltimento e nel trasferimento dei rifiuti dalla Campania alla Puglia.

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