Rifiuti Il porto di Napoli si prepara alla partenza dei residui degli Stir e dei sacchetti raccolti nelle strade. Deserta la prima gara per scegliere il trasportatore. Prosegue il silenzio sugli accordi

E la nave (non) va La monnezza, l'Olanda e i segreti partenopei

I bastimenti carichi di rifiuti partiranno dal Porto di Napoli, assicurano tutti. Cosa conterranno? Le analisi che nessuno vuole mostrare
Venti giorni fa Terra ha chiesto le analisi dei rifiuti degli Stir: nessuna risposta
23 settembre 2011 - Andrea Palladino
Fonte: Terra

È un groviglio sempre più fitto il nodo rifiuti in Campania. L'unica notizia positiva — l'avvio della raccolta porta a porta la prossima settimana a Scampia, con la previsione di servire 325 mila abitanti entro la fine dell'an-no — arriva offuscata dalla fitta nebbia che ancora avvolge l'intero sistema. Troppi errori del passato, tanti interessi in gioco, in un sistema che sembra pensato per non funzionare. E ancora, tanti segreti, accordi riservati sul trasporto degli scarti accumulati negli Stir, gli impianti di trattamento intermedio gestiti dalla Sapna e dalla A2A, la società bresciana responsabile dell'inceneritore di Acerra. Ricostruire il groviglio campano ha lo stesso peso dell'avvio della raccolta differenziata. Il segreto è stato per troppo tempo il principale alleato delle cattiva gestione, sfociata, nel passato, nell'ambito criminale. Occorre sciogliere i tanti nodi ormai storici, che ancora impediscono il ritorno alla normalità. Il viaggio nel sistema campano della gestione dei rifiuti solidi urbani passa per almeno tre tappe obbligatorie. La monnezza accumulata nelle vie di Napoli è solo la punta di un iceberg costruito in annidi emergenze create spesso ad arte per poter promuovere il peggiore sistema d'Europa.
Nodo numero uno, forse il principale: le ecoballe. Sono il simbolo universale del sistema campano, reso evidente dalla montagna visibile a Taverna Del Re. Che siano intrattabili in un normale impianto di combustione di rifiuti è ormai un dato assodato. Dovevano risolvere ogni problema, e invece sono diventate il problema. Dietro la montagna delle ecoballe accumulate si cela il secondo groviglio, gli impianti di tritovagliatura, gli Stir. In tanti ammettono che la tecnologia usata non ha mai funzionato adeguatamente e la conseguenza è l'enorme quantità di scarti accumulati per anni. Una eredità tossica che pesa ancora oggi sull'intero ciclo dei rifiuti, basato esclusivamente sul modello discarica-inceneritore.
Nodo numero due, il vero mistero: cosa si nasconde oggi negli Stir? Ufficialmente si tratta di uno scarto stabilizzato, che nella tavola periodica dei rifiuti occupa il numero 191212. Per i tecnici questa sigla vuol dire uno scarto assolutamente innocuo, trattabile senza grandi problemi. Eppure i conti non tornano. Come ha già ricostruito Terra lo scorso agosto, quando il governo della Andalucia ha ricevuto la richiesta da parte della Partenope Ambiente di inviare nel sud della Spagna i residui dello Stir di Caivano, la risposta è stata negativa. «Non si tratta di 191212», rispose il governo regionale spagnolo, respingendo la domanda. Eppure sia la A2A — società che controlla la Partenope Ambiente — che le autorità istituzionali assicurano che quegli scarti sono un rifiuto inerte: «La risposta degli spagnoli era politica», assicura l'azienda bresciana. La scorsa estate, in piena emergenza, il mediatore contrattato dalla A2A, la milanese Markab, ha provato a percorrere la via tedesca, ma anche quella strada si è chiusa, dopo il diniego arrivato dalle autorità di Brema. Lo stesso dubbio sulla tipologia di rifiuti riguarda gli altri Stir della provincia di Napoli, gestiti dalla società pubblica Sapna spa. Ad agosto avevamo chiesto al direttore tecnico Giovanni Peril-lo una copia delle «ultimi analisi realizzate sui residui presenti negli impianti Stir», ma fino ad oggi nessuno ha risposto.
Nodo numero tre, i viaggi della speranza: partiranno le navi dirette verso il Nord Europa cariche di rifiuti? È il progetto che inseguono in molti, a partire dalla giunta de Magistris. All'inizio di settembre il comune di Napoli ha firmato un accordo con la Sapna, costituendo un consorzio finalizzato all'esportazione delle tante tonnellate di rifiuti che gli impianti non riescono a smaltire. All'interno di questa partita ci sarebbero anche le scorie accumulate negli Stir della società provinciale. Il presidente dell'autorità portuale di Napoli ha confermato ieri l'esistenza di una collaborazione stretta con il comune: «Ci sentiamo spesso — ha dichiarato il presidente Luciano Dassatti — e posso dire che per quanto ci riguarda non c'è nessun problema per la partenza delle navi». Il primo bando di gara «è andato deserto — ha proseguito Dassatti — ed ora c'è un secondo bando, per scegliere l'operatore portuale che dovrà gestire il caricamento delle navi». La destinazione dei rifiuti campani è l'Olanda, ma la giunta De Magistris non rivela il nome degli impianti. Martedì scorso i rappresentanti olandesi erano in riunione a Napoli e sembra che il contratto non sia ancora stato firmato. Non è ancora chiaro se l'accordo in via di definizione includerà anche gli scarti degli Stir - considerati più problematici - o se per questo trasporto sarà individuato uno specifico operatore. La caratteristica dei rifiuti è il punto decisivo. Il trasporto tranfrontaliero verso l'Olanda sarà autorizzato solo dopo la realizzazione di analisi specifiche del materiale da trasportare. Chi le realizzerà? Saranno rese pubbliche?

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