Ecomafie, commissione a Bagnoli

La commissione parlamentare d'inchiesta sulle Ecomafie a Bagnoli. Bonifica, è tutto fermo
21 settembre 2011 - Dario D'Auriente
Fonte: Il Giornale di Napoli

Visita di controllo della Commissione Ecomafie nell'area dell'ex Italsider, oggi gestita dalla società di trasformazione urbana BagnoliFutura. La commissione parlamentare d'inchiesta ha valutato lo stato di avanzamento dei lavori, soprattutto per quanto riguarda la bonifica dell'area. Una zona dove la maggior parte delle opere è ferma per lo stop all'erogazione dei fondi da parte della Regione, dovuto sia allo sforamento del patto di stabilità, sia ad una legge del 2010. «Ma — ha assicurato Riccardo Marone, presidente della stu — abbiamo avuto l'impegno da Caldoro per lo sblocco della situazione. Chiunque viene qui può verificare lo sforzo fatto in 4 anni. Ora — ha avvertito — manca l'ultimo sforzo». Un ultimo sforzo che ammonta a 15 mln di euro circa per completare le infrastrutture più vicine al completamento, ovvero il Bagnoli Hub (11 milioni di euro), il parco dello sport (4 mln) e l'acquario tematico (0,2 mln), senza contare poi i fondi che serviranno per strade (5,9 mln), i Napoli studios (22,5 mln) e il parco urbano. Tra la commissione, pareri favorevoli sulla bonifica finora effettuata, che ha riguardato sia i terreni che le falde acquifere e si attesta intorno ai 2/3 del lavoro totale, con 810mila metri quadrati bonificati ed accertati, 219mila in fase di accertamento e 350mila in fase di bonifica. «Le falde vengono intercettate — ha infatti spiegato l'ingegnere Ca-lisi, di BagnoliFutura — trattate all'esterno e reinserite. In questo modo formano una sorta di barriera che impedisce alle acque di finire a mare. Il costo di tutto ciò sarebbe dovuto essere di circa 90 milioni di euro, di cui 75 erogati dallo Stato e 15 dalla Regione. Ma con la scoperta dell'amianto lasciato dall'Etemit, la cifra dovrebbe aggirarsi, complessivamente, intorno ai 105 milioni di euro». Materiale di bonifica che è stato in parte utilizzato per la messa in sicurezza della collina di Posillipo (è materiale inerte trattato) e il restante è per ora fermo nella colmata, ma una volta terminata la sua rimozione dovrebbe finire a Piombino, poiché manca nel napoletano un'area di stoccaggio adatta. La commissione ha anche constatato che la paura più grande è il protrarsi dei lavori, che potrebbe portare ad un incremento degli oneri economici per manutenere opere terminate già da tempo. «L'intervento è qualitativo e si spera di portarlo a fondo — ha spiegato l'onorevole Raffaele Volpi, rappresentante della Lega per la commissione — ma la situazione dei fondi è centrale. Bisogna sollecitare un intervento del ministero dell'Ambiente per fare pressione su quello del Tesoro affinché ci sia un intervento definitivo dell'area, perché altrimenti rischiamo di aver buttato all'aria soldi». Concorde l'esponente del Pd, l'onorevole Alessandro Bratti. «Un investimento molto grande e complesso, che rischia di non finire mai perché i lavori si protraggono nel tempo. Sembra di capire che le bonifiche siano state fatte, ma c'è il rischio che le opere vengano pagate più del necessario. Bisogna invece — ha concluso — far diventare questi territori da problemi a risorse e speriamo con il nostro contributo di vedere presto la fine dei lavora».

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