Bagnoli, altro che Coppa America S'indaga sulla bonifica che non c'è
L'ultima tappa della commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti (che a fme anno liquiderà la relazione dedicata alla Campania), è stata Bagnoli, l'ex quartiere operaio nella zona occidentale di Napoli, il polo siderurgico dell'Italsider dismesso alla fine degli anni Ottanta. Una città nella città, con le ciminiere che affacciano sullo specchio d'acqua dove si svolgeranno due tappe della World Series della Coppa America. Non si sa ancora quali, ma i contratti sono stati firmati meno di una settimana fa, mettendo fme alle polemiche che avevano coinvolto il sindaco Luigi de Magistris e l'Unione Industriali partenopea (che aveva gestito le trattative), dopo il sorpasso di Venezia che si era aggiudicata la tappa considerata più conveniente per Napoli. Sì, perché per il buon esito della manifestazioni, sarà necessario ultimare la bonifica dell'ex area industriale, fortemente contaminata. E anche tra i tifosi dell'operazione c'è timore e scetticismo sulla possibilità di arrivare puntuali all'appuntamento velico, visto che le tappe ancora disponibili sono assai ravvicinate. Nubi che invece di diradarsi con l'assegnazione delle date prevista a fine mese, sembrano addensarsi a seguito dell'audizione della commissione svoltasi ieri in loco. Dalle testimonianze, infatti, emergerebbe che le bonifiche non sono da ultimare, bensì da rifare, e che gli interventi effettuati fmora hanno se possibile peggiorato la situazione. A fare il punto sullo stato dei luoghi è stato il perito della Procura partenopea che da tempo ha un fascicolo aperto sulla bonifica dell'area. Il professor Benedetto De Vivo, ordinario di geochimica ambientale all'università Federico II, avrebbe spiegato la portata degli errori fatti sin qui, la cui portata sarebbe peggiore delle previsioni iniziali. A cominciare dallo sbancamento del terreno inquinato, per ricoprire il quale sarebbe stata utilizzata terra della stessa area. Aggiungendo inquinamento a inquinamento. Inoltre, all'inizio delle operazioni di risanamento dell'area si sarebbe sopravvalutata la presenza di cadmio, sostanza altamente tossica perla quale serviva una bonifica molto costosa, mentre poi s'è scoperto che le percentuali di metallo erano molto inferiori e che, dunque, quella specifica operazione poteva essere evitata. Un gran pasticcio, dunque, confermato anche dal pm Bicseglie, uno dei magistrati che segue l'inchiesta basata sull'ipotesi che la bonifica di Bagnoli, in realtà, non sia mai avvenuta o che, comunque, non sia stata svolta su standard qualitativamente e quantitativamente accettabili. «L'unico aspetto forse positivo, ma certamente sorprendente, è che finora le indagini non avrebbero riscontrato elementi collegati alla criminalità organizzata - ha spiegato il presidente della commissione Gaetano Pecorella - L'esperienza, però, m'insegna che qualsiasi mafia è colpita solamente quando c'è un'altra mafia che nasce. Di certo, i magistrati hanno confermato che quello delle bonifiche e dei rifiuti è anche in questo caso un settore d'interesse della camorra. Hanno lamentato la difficoltà di portare avanti le indagini per carenza di uomini e mezzi per svolgere intercettazioni. Avrei voluto rispondere loro che, paradossalmente, ne sono state fatte 100mila per controllare delle prostitute mentre non si riesce a trovare i mezzi a tutela dell'ambiente. Ma mi sono morso la lingua». Pecorella ha anticipato che dopo cinque missioni in Campania e l'audizione di decine di persone, il quadro che emerge è di «totale mancanza di programmazione sul controllo e sul riciclo dei rifiuti», laddove sarebbero proprio i termovalorizzatori (che mancano) «a togliere spazio alla criminalità». Non a caso, oggi la commissione (dopo aver terminato il lavoro sull'area occidentale, con l'audizione del presidente di Bagnolifutura Riccardo Marane) si dedicherà all'emergenza rifiuti, per capire come si sta svolgendo l'esxport dell'immondizia partenopea (è di ieri la notizia che la Lombardia ha deciso di rifiutare i sacchetti provenienti di Napoli). Aveva ragione dunque de Magistris quando, a novembre, in polemica con Marone dichiarava che Bagnoli è una bomba ecologica con concentrazioni tossiche fuorilegge. Ma ora sembra essere impegnato in una competizione con il governatore Stefano Caldoro sulla primogenitura dell'idea di una barca napoletana da impegnare nella Coppa America. Che semmai approderà a Bagnoli, lo farà a suo rischio e pericolo.