DIAMOCI UNA RIPULITA

L'iniziativa «CleaNap», sponsor delle politiche ambientali dal basso
19 settembre 2011 - Alessandro Chetta
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

«E' stato un tempo il mondo giovane e forte», sospiravano i Csi. Ed è stato anche più lindo, meno ingombro da rifiuti. Non c'era niente da consumare secoli fa, è chiaro, ma sbilanciarsi oggi nell'altro senso — mostruose montagne di prodotti da smaltire — neanche ha fatto molto bene alla salute e al buonumore della generazione anni Zero. Ne sa qualcosa Napoli, che a intervalli regolari, dopo mesi di ciel sereno, ritorna una lugubre «Munnezza city», in un grottesco giochino tipo dottor Jeckyll e Mister Hide. Non tutto è perduto: c'è chi si rimbocca le maniche, si armadi scope e palette e ripulisce le piazze della città, in attesa che le istituzioni (Regione Campania, Comune di Napoli e Provincia) scovino la Grande Ramazza che rimetta a posto il ciclo integrato della spazzatura, da 18 anni in tilt. Sono i ragazzi del progetto CleaNap, crasi tra il to clean inglese e Napoli. Tra le prime a crederci Emiliana Meno-, ne, che cita gli spazi ripuliti: «Piazza Bellini, Banchi Nuovi e Largo San Giovanni Maggiore Pignatelli, Porta Capuana e Santa Maria la Nova». Complimenti tanti, ma anche critiche? «Ovviamente — spiega Emiliana — soprattutto sull'efficacia delle nostre azioni. Chi fa questo tipo di discorso ha capito poco di CleaNap: noi non siamo una sorta di "ghostbusters della munnezza", facciamo comunicazione e proviamo a sensibilizzare atti averso un'azione pratica Non ci siamo mai interfacciati con gli addetti dell'Asia, tranne qualche battuta sporadica; con la nuova dirigenza dell'azienda, invece, siamo in ottimi rapporti». Ogni azione che ha conseguenze sul tessuto sociale, civile e civico, è anche politica. Vi ritenete un movimento politico, nel senso ampio del termine? «Se la politica ritornasse ad essere tutto ciò che ha a che fare con la polis e i cittadini, il nostro movimento sarebbe altamente implicato politicamente. Ma oggi non è questa la politica che vige in Italia». Napoli è sporca, e non poco, anche quando l'emergenza rifiuti non c'è. Problema culturale? «Assolutamente sì. E sempre a causa del fatto che molti vivono la città come qualcosa di altro, di assoluto rispetto ai comportamenti dei singoli, senza senso di appartenenza reale. Tale questione è assolu - tamente trasversale: a Scampia, nei quartieri spagnoli, dove il livello culturale medio è, secondo il senso comune, basso, ci sono reazioni positive a queste problematiche, mentre le piazze del centro antico, frequentate da giovani universitari, sono degradate». Passiamo al Cilento. Sotto la sigla Clean-up the world si muove un altro progetto, su scala, appunto, mondiale. Da noi si italianizza in «Puliamo il mondo», iniziativa che tiene banco anche nel Salernitano in collaborazione con Legambiente. Testimonial d'eccezione sono Valentina Lodovini e Alessandro Siani, attori protagonisti di «Benvenuti a Sud», ora alle prese col sequel, che parte sempre da Castellabate. I due attori hanno incontraro il presidente del Parco del Cilento, Amilcare Troiano, e Pasquale Colella, responsabile Legambiente Castellabate facendosi fotografare con la pettorina di Puliamo il Mondo, che si concludera il 24 settembre. Una mobilitazione record in Campania: le stime parlano di circa 200 comuni coinvolti, dove oltre 2omila volontari armati di guanti e rastrelli puliranno 25o aree della regione.

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