Via Nazareth ai Camaldoli Tensione per l'ordinanza comunale che obbliga i residenti e i gestori di diversi locali a non usufruire più delle fogne

Duecento famiglie con l'incubo dei pozzi neri

L'impianto incriminato', finisce in un cagale a cielo aperto: gli abitanti chiedono un incontro col Comune
18 settembre 2011 - Flora Pironcini
Fonte: Cronache di Napoli

NAPOLI - Duecento famiglie nel caos nel quartiere collinare dei Camaldoli, nell'ottava municipalità. Un'ordinanza sindacale ricevuta nei mesi scorsi, infatti, li obbliga a eliminare gli scarichi fognari, attualmente presenti in un canale a cielo aperto, e a realizzare pozzi neri. Insomma, una disposizione indetta lo scorso giungo dal sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che avrebbe dell'inverosimile. Si chiederebbe, in poche parole e senza mezzi termini, di tornare indietro nel tempo, quando la zona era completamente ricoperta da pozzi neri, e quando le fogne erano solo un miraggio, e non cercare di risolvere il problema della rete fognaria, ancora precaria, che attanaglia il territorio. A rientrare nella disposizione firmata da Palazzo San Giacomo ci sarebbero le famiglie residenti in via Nazareth, via dietro Nazareth e via cupa Camaldoli oltre alla parrocchia Immacolata di Nazareth e ai numerosi ristoranti, bar e attività commerciali della zona. Quasi mille persone colpite da un provvedimento assurdo'. E che sta causando non pochi disagi tra i residenti pronti a scendere in strada per protestare e chiedere un ritiro dell'ordinanza. Sganciarsi dal condotto fognario per ricreare i pozzi neri, oltre ad essere un'azione inconsueta, porterebbe un dispendio economico ai cittadini, costretti ogni venti giorni (forse arche ogni quindici giorni, nda) a contattare le ditte impegnate nel-l'espurgo per pulire le fosse. "Abbiamo vissuto per anni con questo incubo - ha spiegato il portavoce di un gruppo di residenti -e dopo gli estenuanti lavori alla rete fognaria non siamo disposti a ritornare indietro di dieci anni". Sono sul piede di guerra e si oppongono fermamente all'ordinanza emanata dalla fascia tricolore di piazza Municipio poche settimane dopo la sua proclamazione. Una lettera piombata all'improvviso nelle case delle famighe dei Camaldoli che nessuno si aspettava. "In realtà - hanno detto i molti residenti, anche con una vena ironica - aspettavamo più di conoscere la data di ultimazione dei lavori della rete fognaria piuttosto che un ritorno alle origini". Anche la municipalità è intervenuta per fare chiarezza chiedendo un incontro urgente con il sindaco De Magistris e l'assessore Alberto Lucarelli, che ha la delega competente. Una richiesta di un confronto che nasce dal voler trovare una possibile soluzione per le centinaia di cittadini che vivono in condizioni di precarietà e disagio. Adesso si aspetta una chiamata da palazzo San Giacomo: le duecento famiglie vogliono una chiara risposta e una prospettiva anche per il futuro. Il tema della precarietà dei servizi fognari e del sottosuolo cittadino, però, nei quartieri della periferia noni di Napoli sono quasi all'ordine del giorno. La vicenda in questione, infatti, poi, diventa sempre più complessa se si considera che i lavori fognari del secondo lotto della collina dei Camaldoli, che prevedono la cognizione di una vasca che raccoglie le acque nere della zona ed inviate, poi, nel condotto fognario primario di via Nazareth, sono fermi da tempo perché la Regione Campania ha bloccato i pagame n-ti alla ditta esecutrice dell'opera. pera. Una situazione nota, purtroppo, ai cittadini onnai esasperati e al Servizio fognature centrale, anche se nulla è stato fatto per sbloccare la situazione. Non c'è solo la questione Camaldoli per quel che riguarda i lavori della rete fognaria: a Chiaiano ancora oggi, infatti, ci sono numerose famiglie che non sono state servite da una delle infrastrutture essenziali per una città abbastanza sviluppata: via vecchia Napoli e via cupa Vecchia Napoli sono solo alcuni esempi La speranza è che l'adinanza del giugno scorso venga ritirata e che l'intero sistema venga ultimato nel più breve tempo possibile per restituire dignità ad una periferia ormai dimenticata dall'amministrazione comunale.

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