Allarme radioattivo al Vomero per rifiuti ospedalieri in un cassonetto
NAPOLI — Materiale radioattivo del tipo «tecnezio 99» è stato trovato in un cassonetto all'angolo tra viale Michelangelo e piazza Bernini dall'unità operativa ecologica della polizia municipale. Il ritrovamento è frutto di indagini conseguenti al sequestro di due camion con materiale radioattivo a bordo. Ripercorrendo il percorso di servizio dei due compattatori, la municipale, i vigili del fuoco e personale tecnico dell'Asia dotato di contatore Geiger, sono riusciti a individuare tracce di radioattività al Vomero. I livelli riscontrati nell'emiciclo erano di tredici volte superiori al massimo consentito (pari a 14,5 microsievert, mentre la soglia massima è i microsievert). E con un piantonamento è stato individuato chi sversava i rifiuti pericolosi, si tratta di un noto centro diagnostico della zona. Il proprietario, E. B., 53 anni, è stato denunciato per abbandono di rifiuti ospedalieri e ha ricevuto una visita della tributaria, in questo modo risparmiava le alte spese per lo smaltimento dei rifiuti speciali. Il nucleo dedicato della municipale è recente, ma ha già sequestrato una decina di autocarri contenenti materiale pericoloso e denunciato più di quaranta persone colte in flagranza, che dai comuni di Pozzuoli, Giugliano o Varcaturo si spostavano a Napoli per liberarsi dei rifiuti speciali. Sono rimasti bloccati nell'impianto di Tufino e sequestrati per 48 ore i due compattatori coi rifiuti radioattivi. I114 e 15 settembre i due camion avevano svolto la normale attività di prelievo anche al Vomero. I primi controlli all'impianto di smaltimento di Tufino hanno fatto scattare l'allarme: non poteva trattarsi di rifiuti di produzione domestica. I vigili del fuoco hanno provveduto a isolare l'area nei pressi del laboratorio di analisi. Il presidente di Asia, Raphael Rossi, sottolinea in una nota che «è obbligo per tutti i produttori di rifiuti speciali (ancor più per i rifiuti pericolosi) di seguire scrupolose regole di smaltimento con il divieto assoluto di impiego delle attrezzature stradali per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani». «È importantissimo — ha proseguito Rossi — distinguere quelli che sono i rifiuti assimilabili, seppur di produzione non domestica, da quelli che sono i rifiuti speciali e pericolosi per i quali le aziende devono stipulare, per lo smaltimento a cura di operatori dedicati, specifici ed onerosi contratti. Conferimenti illeciti di rifiuti speciali e pericolosi oltre a danneggiare l'ambiente ed a mettere a rischio la salute umana, causano il blocco di automezzi dedicati alla raccolta; azioni incivili ed illegali, quindi, che danneggiano la nostra bella città e richiedono costosi interventi di recupero. E non è accettabile continuare a subire tutto ciò». Invece, secondo il rappresentante legale del centro diagnostico, l'avvocato Marco Campora, le accuse sarebbero tutte campate in aria e persino i rilevamenti coi contatori Geiger. «Si tratta di un'operazione spettacolare assolutamente sproporzionata alla reale entità del fatto. La polizia municipale ha, infatti, esclusivamente rinvenuto all'interno di un cassonetto dei rifiuti due cerotti con tracce ematiche», protesta l'avvocato del medico denunciato in una nota diramata alle agenzie di stampa. Sempre secondo Campora «è verosimile che un paziente, a seguito di esami clinici, si sia limitato a gettare i cerotti in un sacchetto tra rifiuti cartacei e in ogni caso, non risulterebbero superati i livelli di radioattività previsti per legge e deve escludersi qualsivoglia responsabilità del noto centro diagnostico».